Home
Network ALL-IN
Quotidiano
Specializzazioni
Rubriche
Strumenti
Fonti
17 novembre 2023
Impianto di videosorveglianza non autorizzato nel luogo di lavoro? Non è reato se il fine è tutelare il patrimonio aziendale

Inoltre, requisito fondamentale del delitto ex art. 4 L. n. 300/1970 è che siano presenti lavoratori nel luogo ripreso dagli impianti di videosorveglianza.

La Redazione
Nel giudizio di merito, la titolare di un bar veniva dichiarata responsabile del delitto ex art. 4 L. n. 300/1970 e conseguentemente condannata alla pena dell'ammenda, per aver installato un impianto di videosorveglianza senza la preventiva autorizzazione.
 
La donna presenta ricorso in Cassazione lamentando, tra più motivi, l'omessa motivazione in ordine a due elementi centrali della fattispecie in questione, ovvero se ella fosse datrice di lavoro di qualcuno e se l'impianto fosse idoneo ad effettuare registrazioni.
 
Con sentenza n. 46188 del 16 novembre 2023, la Corte Suprema dichiara la censura fondata ed accoglie il ricorso, rinviando la questione per un nuovo esame.
 
Innanzitutto, la presenza di lavoratori nel luogo ripreso da impianti di videosorveglianza è requisito fondamentale per la configurabilità del delitto ex art. 4 cit.. Inoltre, nessuna violazione può ritenersi integrata quando l'impianto audiovisivo o di controllo a distanza, sebbene installato sul luogo di lavoro in difetto di accordo, sia «strettamente funzionale alla tutela del patrimonio aziendale, sempre che il suo utilizzo non implichi un significativo controllo sull'ordinario svolgimento dell'attività lavorativa dei dipendenti o resti necessariamente "riservato" per consentire l'accertamento di gravi condotte illecite degli stessi».
 
Ciò detto, la decisione qua impugnata si presenta lacunosa sotto entrambi i punti di vista. Non è stato infatti precisato né sé nell'esercizio commerciale gestito dall'imputata vi fossero in servizio dei lavoratori subordinati, né se l'impianto di videosorveglianza consentisse un significativo controllo sull'ordinario svolgimento dell'attività lavorativa degli stessi e non vi fosse la necessità di mantenerlo "riservato" per consentire l'accertamento di gravi condotte illecite degli stessi. Il Tribunale si è infatti limitato a dare atto che nel bar erano stati installati un monitor e cinque telecamere in difetto di espressa autorizzazione.