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5 aprile 2021
Riconoscimento del figlio di una coppia dello stesso sesso: la richiesta di annotazione è un atto dovuto

Nessuna discrezionalità in capo all'Ufficiale di Stato Civile che riceve la richiesta di altro ufficiale di annotazione dell'atto di riconoscimento del figlio di una coppia omosessuale a margine dell'atto di nascita.

a cura di La Redazione

Una coppia dello stesso sesso si recava in Spagna per fare ricorso alla Procreazione Medicalmente Assistita di tipo eterologo, coronando così il loro progetto di genitorialità. Tornati in Italia, una delle due donne provvedeva alla dichiarazione di cui all'art. 254 c.c. presso gli uffici dello stato civile, riconoscendo la piccola come propria figlia. Tuttavia, una volta richiesta l'annotazione del suddetto atto di riconoscimento presso il Comune di nascita della minore, l'Ufficiale dello Stato Civile si rifiutava di procedere.
Contro tale rifiuto, la coppia si rivolgeva al Tribunale di Roma, chiedendo di dichiarare illegittimo il suddetto rifiuto e di annotare l'atto a margine dell'atto di nascita della piccola.

Con il decreto del 2 aprile 2021, il Tribunale di Roma accoglie il ricorso, evidenziando innanzitutto che le annotazioni dell'Ufficiale di Stato Civile costituiscono atti di natura amministrativa finalizzati a certificare situazioni soggettive che conseguono a sopravvenienze o accadimenti rilevanti giuridicamente allo scopo di provocare un adeguamento nella sfera giuridica soggettiva della persona interessata.
Ciò posto, il Tribunale afferma che «gli adempimenti degli Uffici preposti si traducono in atti dovuti nell'interesse del titolare della posizione soggettiva».
Da ciò consegue che l'ufficiale che riceve una richiesta di annotazione da altro ufficiale che abbia iscritto la dichiarazione di riconoscimento non può effettuare una valutazione differente e autonoma, bensì dovrà limitarsi ad eseguire l'annotazione dell'atto. Ciò si spiega in quanto egli non gode di alcuna discrezionalità in sede di annotazione a margine dell'atto di nascita della dichiarazione di riconoscimento ricevuta e già iscritta nei registri di altro Comune. Inoltre, l'esclusione di una valutazione siffatta è necessaria anche per evitare la contemporanea sussistenza di atti dal contenuto incompatibile presso comuni diversi sullo stesso soggetto.
Per questa ragione, il Tribunale accoglie il ricorso.

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