
Garante Privacy e Viminale sono d'accordo: i ristoratori non sono obbligati ad appurare l'identità di tutti i clienti ma possono farlo in caso di incongruenze.
Il 10 agosto 2021 il Garante Privacy ha risposto ad un quesito posto dalla Regione Piemonte sull'attività di verifica e di identificazione da parte degli esercenti di bar e ristoranti connesso alle recenti disposizioni in tema di green pass.
Essendo il tema alquanto delicato, in quanto coinvolgente la materia della protezione dei dati personali, nella stessa data è giunta anche una circolare del Viminale che ha chiarito una volta per tutte, e fino a nuove disposizioni, la questione.
Nello specifico, il Garante ha affermato che i soggetti autorizzati alla verifica dell'identità personale sono quelli indicati nell'
Dello stesso avviso anche il Ministero dell'Interno, il quale nella circolare del 10 agosto 2021 puntualizza che «giova ribadire che la verifica dell'identità della persona in possesso della certificazione verde ha natura discrezionale ed è rivolta a garantire il legittimo possesso della certificazione medesima. Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme, come, ad esempio, quando appaia manifesta l'incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione».