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2 settembre 2021
Fattura pagata per errore: la condotta di chi riceve e trattiene la somma non integra la fattispecie di appropriazione indebita

Gli Ermellini ribadiscono che «il pagamento di una fattura per errore determina il trasferimento della proprietà del denaro al soggetto che la riceve senza che vi sia consegna con vincolo di destinazione».

La Redazione

Un amministratore di condominio, nelle vesti di parte civile del processo, propone ricorso per cassazione avverso la decisione con cui la Corte d'Appello di Palermo aveva assolto l'imputato dal reato di appropriazione indebita, avendo egli ricevuto un bonifico effettuato per errore dalla ricorrente a titolo di pagamento di una fattura che era già stata pagata in precedenza.

Con la sentenza n. 32592 del 1° settembre 2021, la Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell'amministratore di condominio, ribadendo che il reato di appropriazione indebita sussiste nel caso in cui il denaro consegnato al potenziale autore del reato abbia una destinazione specifica che il reo abbia violato, appropriandosene in maniera indebita. Qualora, infatti, la consegna avvenga in assenza di una specifica destinazione di scopo, può configurarsi solamente un mero inadempimento a carattere civilistico.

Per la ragione esposta, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso affermando che «in caso di pagamento effettuato per errore, la somma ricevuta dall'accipiens non ha una precisa destinazione ma entra a far parte del suo patrimonio e che, pur sussistendo certamente un obbligo di restituzione dell'indebito, la condotta dello stesso che se ne appropri e non effettui la restituzione non integra la fattispecie di appropriazione indebita».

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