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28 ottobre 2021
La sanatoria regionale delle dighe costruite in violazione dell’autorizzazione paesaggistica è illegittima

La disciplina vertente sulle opere di sbarramento idrico affidata alle Regioni, sulla base delle loro dimensioni, non consente la sanatoria di opere realizzate in mancanza dell'autorizzazione paesaggistica o in difformità dalla medesima.

La Redazione

Con la sentenza n. 201 del 28 ottobre 2021 la Corte Costituzionale ha dichiarato l'incostituzionalità, tra gli altri, dell'art. 11 della Legge veneta n. 23/2020, con il quale la Regione aveva consentito ai proprietari o ai gestori di dighe non precedentemente denunciate ovvero realizzate in difformità rispetto ai progetti approvati di regolarizzarle.

La Consulta ha ritenuto, infatti, che la suddetta disposizione contrasti con la tutela dell'ambiente, poiché il riferimento indistinto alle opere abusive che essa contiene è idoneo a far rientrare al suo interno anche quelle realizzate in assenza o in violazione dell'autorizzazione paesaggistica, delle quali finisce quindi per fornire una sanatoria.

Tuttavia, prosegue la Corte, la regolarizzazione delle opere dal punto di vista paesaggistico riguarda la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, essendo dunque riservata alla competenza del legislatore statale, il quale l'ha consentita solo nelle ipotesi tassative previste dal Codice dei beni culturali. In tale ottica, dunque, l'ampliamento di tali ipotesi da parte della Regione costituisce una violazione di un istituto di protezione ambientale uniforme valido in tutta la Nazione.