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9 dicembre 2021
Il Legislatore deve garantire ai cittadini il diritto di voto per i sindaci delle Città metropolitane

La riforma sugli enti di area vasta è in disarmonia con il principio di uguaglianza del voto sancito dalla Costituzione. Per questo motivo, la Consulta sollecita un intervento del Legislatore in grado di assicurare la possibilità di eleggere i sindaci delle Città metropolitane.

La Redazione

«L'attuale disciplina sui sindaci delle Città metropolitane è in contrasto con il principio di uguaglianza del voto e pregiudica la responsabilità politica del vertice dell'ente nei confronti degli elettori. Spetta però al Legislatore, e non alla Corte costituzionale, introdurre norme che assicurino ai cittadini la possibilità di eleggere, in via diretta o indiretta, i sindaci delle Città metropolitane».

In questi termini si è espressa la Corte Costituzionale con la sentenza n. 240 del 7 dicembre 2021, dichiarando inammissibili le questioni sollevate dalla Corte d'Appello di Catania riguardanti la riforma degli enti di area vasta varata nel 2014 con la legge Delrio, e sulle corrispondenti norme della Regione Siciliana.
In particolare, esse prevedono che, a differenza del presidente della Provincia, eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali del territorio, il sindaco delle Città metropolitane non è una carica elettiva perché si identifica automaticamente con il sindaco del Comune capoluogo.
Il contrasto con la Costituzione giustifica un riassetto normativo del settore, ma non solo: la mancata abolizione della Province a seguito dell'insuccesso del fallimento del referendum costituzionale del 2016, ha infatti reso «del tutto ingiustificato il trattamento attualmente riservato agli elettori residenti nelle Città metropolitana».