Home
16 dicembre 2021
Nessun divieto di vendita o affitto per gli edifici inefficienti dal punto di vista energetico
La Commissione Europea fa marcia indietro sulla proposta di direttiva sull'efficienza energetica degli immobili.
La Redazione
La precedente bozza del documento sul Rendimento Energetico prevedeva all'art. 9 che gli edifici pubblici di tutti gli Stati membri dal 2027 «dovranno appartenere alla classe energetica F (e la G è la più bassa della scala) e dal 2030 dovranno essere almeno di classe E». Inoltre, la disposizione prevedeva che gli edifici residenziali (quindi case, appartamenti, villette, ecc.) «dal 1° gennaio 2030 dovranno rientrare almeno nella classe F, per salire fino alla classe E dal 2033». Dunque, secondo la precedente bozza, la certificazione energetica degli immobili sarebbe stata regolata da parametri più restrittivi e uniformata per tutti gli Stati membri a un modello europeo prestabilito. La certificazione sarebbe stata a sua volta indispensabile non solo per le ristrutturazioni, ma anche per la vendita della proprietà o per il rinnovo del contratto di affitto. E qualsiasi operazione sarebbe stata negata per quelle unità di classe energetica G, a meno che non ci sia un miglioramento in una classe superiore.A distanza di pochi giorni, il testo finale (15 dicembre 2021) della proposta Ue per l'efficientamento energetico degli edifici ha scongiurato le citate indiscrezioni. Difatti, da quanto appreso dagli organi di stampa specializzata:
Oltre a ciò, come osservato dalla Commissione, l'obiettivo è il consumo minimo degli edifici che devono essere alimentati il più possibile da fonti rinnovabili; inoltre, gli stessi non devono emettere emissioni di carbonio da combustibili fossili e deve essere indicato il loro potenziale di riscaldamento globale in base alle emissioni dell'intero ciclo di vita sul loro certificato di prestazione energetica. Dunque, per il raggiungimento di tali obbiettivi, i piani nazionali di ristrutturazione degli edifici saranno pienamente integrati nei piani nazionali per l'energia e il clima per garantire la comparabilità e il monitoraggio dei progressi. Tali piani dovranno includere tabelle di marcia per l'eliminazione graduale dei combustibili fossili nel riscaldamento e raffreddamento entro il 2040 al più tardi, insieme a un percorso per trasformare il patrimonio edilizio nazionale in emissioni zero entro il 2050.Quanto al problema delle caldaie, la decisione di vietare le caldaie alimentate a combustibili fossili spetta agli Stati membri. La proposta chiede invece agli Stati membri di non concedere più incentivi finanziari per l'installazione di caldaie a combustibili fossili a partire dal 2027.
La Commissione invita inoltre gli Stati membri a includere considerazioni sulla ristrutturazione nelle norme sul finanziamento pubblico e privato e a istituire strumenti adeguati, in particolare per le famiglie a basso reddito. Per quanto riguarda le sanzioni al mancato rispetto delle nuove norme, la direttiva indica che gli Stati dovranno definirle in modo che siano efficaci, proporzionate e dissuasive.
|
«la proposta non prevede alcun veto alla vendita per gli edifici nelle classi più basse, concludendo che sarà compito dei vari Stati membri quello di trovare la giusta modalità per far rispettare le norme stabilite a livello comunitario. Gli Stati membri "dovranno identificare il 15% degli edifici che ha performance peggiori e che dovranno essere rinnovati». |
|
Quindi dal 2027 stop agli incentivi alle caldaie a gas, ed entro il 2040 i combustibili fossili andranno completamente eliminati nel riscaldamento domestico. Per raggiungere gli standard previsti, l'Ue metterà a disposizione 150 miliardi di euro fino al 2030. |