Firmato il protocollo d'intesa che rinnova per altri quattro anni la “Carta” che riconosce il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con i genitori detenuti.
È stata rinnovata per altri quattro anni la “Carta dei diritti dei figli dei genitori detenuti”.
La Ministra Marta Cartabia, l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, e il Presidente dell'associazione, Lia Sacerdote, hanno firmato il protocollo d'intesa tra il Ministero della Giustizia, l'AGIA e Bambinisenzasbarre ONLUS.
La “Carta”, prima nel suo genere in Italia e in Europa, riconosce il diritto dei minorenni alla continuità del legame affettivo con i genitori detenuti e contiene una serie di misure a tutela dei diritti dei bambini costretti a vivere in una struttura detentiva con le madri.
L'Accordo è finalizzato a promuovere «iniziative in materia di custodia cautelare, di luoghi di detenzione, di spazi bambini nelle sale d'attesa e di colloquio, di visite in giorni compatibili con la frequenza scolastica, di videochiamate, di formazione del personale carcerario che entra in contatto con i piccini, di informazioni, assistenza e supporto alla genitorialità».
«La nostra meta è “mai più bambini in carcere”. Tutti i bambini, anche se con genitori detenuti, hanno diritto all'infanzia», ha evidenziato la Guardasigilli, Marta Cartabia, e che «con questa Carta, lavoriamo perché i bambini – innocenti per definizione – non paghino le pene inflitte alle madri. Contemporaneamente, lavoriamo perché si riduca il più possibile quella “distanza dagli affetti” provocata dalla detenzione. Tutti i figli hanno il diritto di conservare un rapporto costante con i genitori, anche se reclusi. Assicurare la continuità dei legami familiari incide inoltre positivamente sul detenuto, nella prospettiva costituzionale della pena volta alla rieducazione. Lavoriamo per carceri, che aiutino a dare una seconda occasione».
L'Autorità garante Carla Garlatti ha così commentato: «Laddove sia nel suo interesse, il bambino ha diritto a coltivare il legame con entrambi i genitori, anche quando uno dei due è detenuto. Ciò deve avvenire in condizioni e con modalità che non siano traumatizzanti e in spazi che favoriscano un rapporto autentico. È fondamentale sostenere le relazioni genitoriali e familiari durante e oltre la detenzione, dando supporto ai figli minorenni che vengono colpiti nel loro benessere complessivo, con ricadute sulla salute psicofisica e sulla continuità del percorso scolastico. La Carta impegna il sistema penitenziario italiano a confrontarsi con la presenza dei bambini in carcere e con il peso che la detenzione del proprio genitore comporta nel rispetto dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza».
«La Carta che è stata rinnovata oggi nasce da un lungo percorso iniziato dieci anni fa e rappresenta lo strumento che può cambiare la vita dei ragazzi che Bambinisenzasbarre segue da vent'anni», aggiunge la Presidente di Bambinisenzasbarre Lia Sarcedote, «sono i ragazzi che hanno uno e entrambi i genitori in carcere che vivono il peso dello stigma sociale per questa condizione di figlio, il cui destino altri vedono come già scritto. La “Carta” libera questi bambini dall'esclusione, e dal facile buonismo, che toglie dignità alle scelte che la vita può loro proporre, a cui devono poter accedere con la consapevolezza e la forza di rappresentare una promessa per sé stessi e per tutta la società. La Carta italiana è diventata modello per la prima Raccomandazione dei 47 Paesi del Consiglio d'Europa nell'aprile del 2018, anticipando un percorso che gli altri paesi europei, e non solo, stanno ora affrontando».