Il Decreto Legge che estende l'obbligo del certificato verde ai difensori ha suscitato dubbi interpretativi sul momento di inizio della sua applicazione. Per questo motivo, il Consiglio Nazionale Forense e l'Organismo congressuale forense chiedono chiarimenti sulla questione alla Ministra Cartabia.
Per il Consiglio Nazionale Forense e l'Organismo congressuale forense l'obbligo per gli avvocati di accedere con Green Pass base ai tribunali scatterà soltanto il 1° febbraio, ma secondo alcuni Capi ufficio giudiziari la disposizione è già in vigore da sabato 8 gennaio, giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
I dubbi interpretativi sull'entrata in vigore del
Tale esigenza si rende necessaria perché il comma 1 dell'art. 3 dello stesso Decreto prevede, in un primo momento, l'entrata in vigore della norma a partire dal 20 gennaio 2022, mentre successivamente, lo stesso art. 3, modificando l'
«Le condizioni del Paese – si legge nella nota di CNF e OCF - hanno ritenuto necessario un ripensamento sull'iniziale esenzione che l'Avvocatura non contesta ma che, con fermezza, chiede venga attuata nel rispetto del diritto dei cittadini ad essere pienamente difesi davanti agli organi di giustizia. Sulla questione, gli scriventi rammentano le difficoltà di sottoporsi a tampone, soprattutto in giorni festivi e prefestivi, ricordando che «in prima battuta il
«Pertanto – concludono - pur a fronte di un disposto normativo non chiaro e carente sotto il profilo della tecnica legislativa, non vi è dubbio, in ossequio al principio di ragionevolezza, che l'ipotesi sia disciplinata dell'
Sul dibattito interpretativo interviene anche la Procura generale della Corte di Cassazione, nella cui nota si legge che «Dall'8 gennaio è quindi richiesto anche ai difensori il possesso della certificazione verde, c.d. base (ossia generata dal tampone) per accedere al Palazzo e alle aule di udienza, ma dal 15 febbraio p.v., sarà richiesto per gli over cinquantenni il possesso del c.d. Green pass rafforzato, ossia generato dal vaccino».
Non ritarda l'intervento sulla questione da parte dell'AIGA, che esprime «l'urgente necessità di ricevere un'interpretazione unica, su tutto il territorio nazionale, sul momento in cui tale disposizione debba intendersi in vigore e quindi applicabile».