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19 gennaio 2022
La Relazione sull’amministrazione della giustizia della Guardasigilli Marta Cartabia

Di seguito, i punti salienti della relazione che il Ministro della Giustizia Marta Cartabia ha esposto di fronte al Senato e alla Camera in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2022.

La Redazione

Il Ministro della Giustizia Marta Cartabia ha esposto la sua relazione sull'amministrazione della giustizia prima in Senato e poi alla Camera, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2022.

Come ha dichiarato la Guardasigilli, l'anno della giustizia 2021 è stato profondamente caratterizzato da due fattori di contesto dominanti: la pandemia e la pianificazione del PNRR e della sua prima attuazione. Nonostante l'incidenza sempre più forte dell'emergenza sanitaria, infatti, sono stati messi in atto dei progetti e delle riforme strutturali a lungo termine collegati agli obiettivi e alle opportunità offerte dal PNRR, come l'impegno a ridurre del 40% il tempo medio di durata dei processi civili e del 25% quelli penali, raggiungendo (e anzi, superando) gli obiettivi previsti per il 31 dicembre 2021 in materia di giustizia.

Il Ministro prosegue illustrando le tre chiavi di lettura che hanno connotato l'anno appena trascorso:

  • «dalla crisi una opportunità» con riferimento, ad esempio, alle modalità di accesso alla professione di avvocato e alle nuove modalità di svolgimento delle udienze;
  • Il «fattore “Europa”» con riguardo per esempio all'istituzione della Procura europea, alla nuova normativa antiriciclaggio e a quella sulla presunzione di innocenza;
  • «la centralità del fattore organizzativo» con riferimento alla ristrutturazione del servizio giustizia e all'immissione di ingenti risorse umane e materiali.

L'innovazione certamente più rilevante della nuova organizzazione della giustizia è l'Ufficio per il processo che porterà all'ingresso di ulteriori nuove risorse nelle prossime settimane.
Accanto all'Ufficio del processo vi è, poi, l'istituzione del nuovo Dipartimento del Ministero della Giustizia che andrà ad occuparsi dellatransizione digitale e della statistica, ponendo l'accento su una corretta «cultura del dato» e sulla sua trasparenza, concorrendo così all'effettiva riduzione dei tempi dei processi.
L'istituzione del nuovo Dipartimento sarà certamente funzionale anche alla digitalizzazione, altro elemento su cui il Ministro ha posto l'attenzione, la quale sarà coadiuvata da un supporto equilibrato di strumenti di intelligenza artificiale. Tra i tanti interventi in corso, il Ministro cita l'avvio dell'applicativo “SIAMM Pinto digitale” che servirà al pagamento degli indennizzi dovuti per la violazione della ragionevole durata del processo.

In seguito, la relazione si sofferma sulle riforme normative approvate dal Parlamento negli ultimi mesi che hanno cambiato il volto della giustizia italiana dal punto di vista penale, civile, dell'insolvenza delle imprese, delle cause in materia famigliare e minorile, per poi valorizzare le riforme in fase di elaborazione, tra le quali possono citarsi:

precisazione

  • I decreti legislativi di attuazione della riforma del processo penale e di quella civile (sono già stati istituiti i relativi gruppi di lavoro);
  • La riforma dell'ordinamento giudiziario e del CSM;
  • La riforma della giustizia tributaria;
  • La riforma del sistema penitenziario.

Infine, la Guardasigilli pone l'accento sulla dimensione internazionale e sovranazionale già sviluppata dal Ministero nel corso del 2021, la quale è fondamentale ai fini della crescita e del consolidamento degli standard di tutela dei diritti fondamentali e di una cooperazione giudiziaria rafforzata. Un esempio lampante è stata la firma della Dichiarazione di Venezia sulla giustizia riparativa, sulla quale il Ministro si sofferma nelle osservazioni conclusive della sua relazione, terminando così:

citazione

«Coltivare una idea della giustizia che sappia ricomporre i conflitti e preservare i legami personali e sociali, che sappia unire più che dividere; che tuteli i più fragili e tenda sempre all'interesse comune è quello che ho inteso perseguire in quest'anno (quasi) di servizio al Ministero della Giustizia. Nella convinzione che questa è la più grande urgenza del nostro tempo e che questo è lo spirito che ci trasmette la nostra Costituzione».