Gestione poco trasparente dei dati e pratiche commerciali aggressive: questi i motivi alla base della multa di 20mila euro inflitta a Google e ad Apple.
L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inflitto una sanzione pari a 10milioni di euro per Google e ad ulteriori 10milioni di euro per Apple, avendo accertato la violazione di norme contenute nel Codice del consumo che nello specifico riguardano la gestione non trasparente dei dati e la commissione di pratiche commerciali aggressive.
A seguito dell'apertura di apposite istruttorie, l'AGCM ha rilevato che, nel caso di Google, sono state omesse importanti informazioni al consumatore necessarie per esprimere un consenso pieno e informato mentre, nel caso di Apple, l'Autorità ha riscontrato che la società non ha fornito chiare indicazioni circa la raccolta e l'utilizzo dei dati, concludendo con l'affermazione che tra gli utenti e le due aziende si viene a creare un rapporto di consumo, seppur in assenza di un vero e proprio esborso economico, essendo la controprestazione rappresentata dai dati ceduti dagli utenti in sede di utilizzo dei servizi delle società.
Inoltre, l'AGCM ha accertato come sia Google sia Apple abbiano posto in essere una pratica aggressiva nel trattamento dei dati degli utenti, risultando, per la prima, che al momento della registrazione avviene una pre-impostazione dell'accettazione da parte dell'utente al trasferimento e all'utilizzo dei propri dati ai fini commerciali, mentre, per la seconda, che nel momento in cui predispone l'attività promozionale per la parte relativa al consenso all'uso dei dati da parte degli utenti si basa sull'acquisizione del consenso per fini commerciali espresso in sede di registrazione, senza consentire la possibilità di scegliere espressamente quali dati condividere e quanti.
Da tali pratiche risulta un condizionamento del consumatore nelle proprie scelte, in quanto egli subisce la cessione delle sue informazioni personali di cui Apple può disporre per le proprie finalità promozionali.
Alla luce di quanto esposto, l'AGCM ha concluso per la violazione da parte delle due aziende degli artt. 21 e 22 del Codice del consumo, per la prima pratica, e degli artt. 24 e 25 per la seconda, conseguendone l'irrogazione della relativa sanzione.