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23 marzo 2022
L’impianto agro-fotovoltaico preserva il terreno agricolo

Secondo il TAR Puglia tale impianto, a differenza di quello tout court, consente la coltivazione della terra sottostante e permette alle macchine agricole di svolgere l'attività senza impedimenti, essendo installato su pali più alti e ben distanziati.

La Redazione

Un'impresa chiede il permesso amministrativo di installare dei pannelli fotovoltaici, definiti tout court, di potenza complessiva pari a 6,6 MW, autorizzazione non rilasciata poiché secondo l'Autorità competente suddetto impianto determinerebbe un significativo consumo dei terreni interessati con conseguente danno per l'attività agricola.

L'instante presenta così un nuovo progetto migliorativo, che non prevede più pannelli tout court bensì un impianto agro-fotovoltaico, installazione che garantirebbe la coltivazione agricola dell'80% della superficie disponibile e permetterebbe il pascolo di bestiame e l'allevamento di api stanziali. Il tutto accompagnato poi da ulteriori prescrizioni positive atte a mitigare gli l'impatto visivo dell'impianto , quali la seminazione in loco di alberi di ulivo. Anche la nuova proposta, tuttavia, secondo l'Amministrazione non supera le criticità.

Viene così proposto ricorso davanti al TAR Puglia, il quale con sentenza n. 248 dell'11 febbraio 2022 riconosce le ragioni dell'impresa instante. Per la Seconda Sezione infatti «mentre nel caso di impianti fotovoltaici tout court il suolo viene reso impermeabile, viene impedita la crescita della vegetazione e il terreno agricolo, quindi, perde tutta la sua potenzialità produttiva, nell'agro-fotovoltaico l'impianto è invece posizionato direttamente su pali più alti e ben distanziati tra loro, in modo da consentire la coltivazione sul terreno sottostante e dare modo alle macchine da lavoro di poter svolgere il loro compito senza impedimenti per la produzione agricola prevista. Pertanto, la superficie del terreno resta permeabile, raggiungibile dal sole e dalla pioggia, e utilizzabile per la coltivazione agricola».

Per tali ragioni, a differenza delle ipotesi in cui oggetto del progetto sia l'impianto tout court, è in questo caso evidente l'illegittimità degli atti impugnati, i quali hanno posto a base del divieto la presunta violazione di una norma tecnica qua inapplicabile, in quanto dettata con riferimento agli impianti fotovoltaici, ma non anche con riferimento agli impianti agro-fotovoltaici.