Il penitenziario “Ugo Caridi” di Catanzaro costituisce un esempio tangibile di come sia possibile laurearsi in carcere: tra corsi di laurea, tutoraggio e seminari, l'Istituto ha visto ben 2 dei 29 detenuti che nel 2021 si sono laureati in carcere conseguire il titolo al suo interno, aprendo la strada allo svolgimento delle lezioni direttamente in carcere e trasmesse via streaming agli studenti in aula.
Nel 2019 è stato sottoscritto il protocollo d'intesa tra Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e Presidente della Conferenza Nazionale Universitaria Poli Penitenziari (CNUPP), il quale mira a costituire un confronto composto da referenti del DAP e del CNUPP per elaborare linee guida e schemi di convenzioni volti a regolamentare i rapporti tra i due Enti.
Da tale protocollo sono nate le linee guida riguardanti i percorsi di studio universitario dedicati alle persone che scontano una pena in carcere, nonché le modalità di collaborazione tra le università coinvolte, il Dipartimento, i provveditorati e gli Istituti penitenziari, le quali dovranno essere poi recepite nelle convenzioni e nei protocolli d'intesa sottoscritti fra Atenei e Istituti penitenziari.
Questi alcuni dei punti sui quali si concentra l'attenzione delle linee-guida:
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Dal monitoraggio svolto dal CNUPP sull'anno accademico 2020-2021, risulta che sono 1.034 gli studenti universitari iscritti, tra i quali 925 detenuti e 109 impegnati in lavoro esterno o in esecuzione penale esterna. Tra essi non mancano detenuti in regime di alta sicurezza: sono ben 355.
Sono numerosi i Poli Universitari coinvolti, tra i quali vi è il Polo Universitario penitenziario Sapienza che ha firmato un protocollo d'intesa triennale con il DAP e il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio allo scopo di rafforzare le azioni a favore degli studenti universitari sottoposti a misure restrittive della libertà personale.
Tuttavia, il caso che attira maggiore attenzione è quello del penitenziario di Catanzaro “Ugo Caridi” che, sulla scorta della collaborazione con l'Università Magna Græcia, conta 26 aspiranti dottori.
I corsi di laurea espletati sono quelli di Sociologia giuridica e della devianza e di Sociologia della sopravvivenza, le cui tematiche vanno (a titolo di esempio) dalla giustizia riparativa alla prostituzione e pornografia, dal terrorismo alla lotta armata, costituendo la prima sperimentazione in Italia guidata da diversi illustri relatori, tra i quali spicca Giuseppe Spadaro, Presidente del Tribunale per i minorenni di Trento.
I detenuti coinvolti hanno così la possibilità di partecipare direttamente alle lezioni, le quali si svolgono in carcere, da dove verranno trasmesse in streaming agli studenti in aula, senza che questi ultimi possano in alcun modo interagire con gli studenti detenuti.
È proprio Catanzaro, infatti, l'unico Polo Universitario penitenziario ove i corsi hanno carattere di ufficialità, costituendo una sorta di “traino” ove la cultura riveste talvolta la funzione di riscatto sociale.