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11 maggio 2022
Baby influencer, foto online e social: pronte le proposte del Tavolo sulla tutela dei minori in rete

Si sono conclusi i lavori del Tavolo tecnico del Ministero della Giustizia. Tra le proposte, un sistema di controllo dell'età per l'accesso ai social, la verifica sui profitti generati online dai baby influencer e il diritto all'oblio per le immagini dei minori. 

La Redazione
«La rete ha enormi potenzialità, ma anche rischi di cui dobbiamo tenere conto».
 
Questo un estratto delle parole rese dalla Ministra Cartabia durante l'ultima riunione del Tavolo tecnico del Ministero della Giustizia sulla tutela dei diritti dei minori nel contesto dei social network, dei servizi e dei prodotti digitali in rete

Ad esito dell'incontro, che ha visto anche la partecipazione di Agcom, Garante Privacy ed Infanzia e adolescenza, la presidente del Tavolo, la sottosegretaria Anna Macina, ha illustrato la relazione finale e le proposte di intervento:
  • un nuovo sistema per la age verification basato sulla certificazione dell'identità da parte di terzi, così da mantenere pienamente tutelato il diritto alla privacy; 
  • un provvedimento, ispirato a una legge francese di recente approvazione per regolamentare il fenomeno dei cosiddetti baby influencer, che prevede una verifica sui profitti generati online dai minori; 
  • il diritto all'oblio per i contenuti pubblicati; 
  • l'estensione al fenomeno dello sharenting – adulti di riferimento che pubblicano foto di minorenni -della norma già contenuta nella legge sul cyberbullismo che consente al minore di ottenere la rimozione di immagini; 
  • un impianto di campagne di comunicazione e sensibilizzazione, rivolte ai minori e agli adulti; 
  • l'istituzione di un Coordinamento permanente tra le tre autorità al ministero della Giustizia.
 
Secondo la Sottosegretaria Macina «l'accesso alla rete è un diritto che dobbiamo garantire ai minori, fa parte della costruzione della loro identità, anche digitale. Accade però che bambini anche molto piccoli entrino in contatto con ambienti digitali potenzialmente a rischio e dei quali non riescono a percepire il pericolo. Parliamo di bambini che hanno ancora bisogno dei genitori per attraversare la strada, vanno accompagnati e presi per mano anche mentre esplorano la rete. La normativa, non solo nel nostro Paese, è indietro perché la tecnologia corre molto veloce, dobbiamo riuscire a stare al passo».
 
Dichiara il commissario Laura Aria di Agcom che «l'impegno nella tutela dei minori costituisce per la nostra Autorità uno degli ambiti di azione più rilevanti al fine di contrastare un uso improprio della rete alla luce della moltitudine di contenuti che affolla le piattaforme digitali e i social media, senza impedire ai cittadini più giovani di poter beneficiare al massimo delle libertà di espressione, informazione e partecipazione sociale connesse alla diffusione di internet».
 
Riccardo Acciai, dell'Autorità Garante per la Privacy, afferma che «è stata un'importante occasione di approfondimento di varie tematiche che riguardano a tutto tondo la protezione dei minori e un momento di fondamentale condivisione di informazioni e interpretazioni fra le varie autorità coinvolte. L'impulso messo in campo dalla Sottosegretaria Macina ha consentito di giungere a questo primo significativo risultato in tempi oggettivamente molto ridotti. I lavori del Tavolo hanno confermato la centralità del diritto alla protezione dei dati personali nella vita digitale anche e soprattutto dei più piccoli».
 
Per Carla Garlatti, Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, «i bambini da soli sui social, i genitori che ne condividono disinvoltamente in rete le foto, i baby influencer da tutelare nei loro diritti di minorenni e il diritto all'oblio dei più piccoli sono tra le questioni che abbiamo affrontato. Si tratta di emergenze per le quali occorre una risposta sul piano tecnico e legale. Ma il digitale cambia fin troppo velocemente, per cui un'efficace risposta deve privilegiare la prevenzione, attraverso interventi sul piano educativo e culturale destinati agli adulti, ai ragazzi e ai bambini, sin dalla tenera età. Sono quelli che abbiamo proposto e che per funzionare davvero vanno realizzati con la partecipazione attiva degli stessi minorenni».
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