Home
Network ALL-IN
Quotidiano
Specializzazioni
Rubriche
Strumenti
Fonti
17 maggio 2022
Sono dovute le spese per l’attività stragiudiziale non andata a buon fine?
Quali sono gli oneri di allegazione e di prova a carico di chi intende chiedere all'assicurazione il rimborso delle spese legali stragiudiziali per la trattativa non andata a buon fine?
La Redazione
La Terza sezione Civile della Corte di Cassazione con l'ordinanza n. 15732 del 17 maggio 2022 ha avuto modo di precisare quali sono gli oneri di allegazione e di prova a carico di chi intende chiedere all'assicurazione il rimborso delle spese legali stragiudiziali per la trattativa non andata a buon fine, tant'è vero che poi è seguito un giudizio contenzioso.
Nel caso di specie il ricorrente aveva lamentato che, a seguito di un sinistro stradale, i Giudici del merito avevano negato il suo diritto alla refusione delle spese legali per l'attività svolta dal suo legale in via stragiudiziale.
Secondo la Corte di Appello «correttamente il tribunale ha … ritenuto che l'appellante non abbia provato di aver sostenuto spese legali per attività stragiudiziale spese che dunque non sono documentate».
E ciò – aveva argomentato il ricorrente - nonostante che, in via transattiva, l'assicurazione gli avesse offerto con una comunicazione scritta € 238.000 di cui € 14.000 per spese legali.
Ebbene, secondo la Suprema Corte «il rimborso delle spese di assistenza stragiudiziale ha natura di danno emergente, consistente nel costo sostenuto per l'attività svolta da un legale in detta fase pre-contenziosa».
Ma non tutte le spese sostenute sono rimborsabili: ed infatti, «l'utilità di tale esborso, ai fini della possibilità di porlo a carico del danneggiante, deve essere valutata ex ante, cioè in vista di quello che poteva ragionevolmente presumersi essere l'esito futuro del giudizio».
Sebbene l'attività stragiudiziale sia svolta da un avvocato, resta che quell'attività «è comunque qualcosa d'intrinsecamente diverso rispetto alle spese processuali vere e proprie».
Ne deriva che, sebbene la liquidazione debba avvenire secondo le tariffe forensi «essa resta soggetta ai normali oneri di domanda, allegazione e prova secondo l'ordinaria scansione processuale, al pari delle altre voci di danno emergente».
Peraltro, quella spesa non integrerà un danno emergente e non potrà essere riversata sul danneggiante quando sia, ad esempio, superflua ai fini di una più pronta definizione del contenzioso, non avendo avuto in concreto utilità per evitare il giudizio o per assicurare una tutela più rapida risolvendo problemi tecnici di qualche complessità.
Alla luce dei principi e delle regole così individuate, la Corte di Cassazione ha ritenuto che «la mera esistenza di una proposta di accordo stragiudiziale, non sottoscritta dal danneggiata, in cui la compagnia assicuratrice del danneggiante si impegnava a riconoscere in favore del danneggiato, tra le varie voci, un congruo importo a titolo di spese stragiudiziali in caso di accordo idoneo ad evitare la causa, non equivale, in sede di accertamento giudiziale, alla piena prova di aver subito un danno emergente corrispondente all'aver sostenuto, a cagione di un sinistro, un esborso patrimoniale corrispondente».
Tuttavia – e questa precisazione appare molto interessante – quel riconoscimento ad opera dell'assicurazione «non è un fatto irrilevante, perché comprova l'esistenza di un impegno nell'attività stragiudiziale di entrambe le parti, per evitare appunto la causa».
In mancanza, però, di una precisa allegazione sulla precisa consistenza dell'attività stragiudiziale in concreto svolta e soprattutto dell'effettivo esborso dell'importo di cui si chiede la rifusione non è possibile liquidare il danno emergente come richiesto dal ricorrente.
Il tuo sistema integrato di aggiornamento professionale
Non sei ancora abbonato?
Non sei ancora abbonato?