Sarebbe illecito utilizzare i dati personali archiviati nei dispositivi degli utenti per profilarli ed inviare loro pubblicità “personalizzata” senza apposito consenso.
Il 7 luglio il Garante per la protezione dei dati personali ha adottato un provvedimento d'urgenza nei confronti del famoso social network Tik Tok per via della riscontrata illiceità dell'utilizzo dei dati personali archiviati nei dispositivi degli utenti per profilarli ed inviare loro pubblicità personalizzata senza uno specifico consenso.
Tutto iniziava dall'informazione fornita dalla piattaforma ai propri utenti secondo la quale, a partire dal 13 luglio, i maggiorenni sarebbero stati raggiunti da questa pubblicità “personalizzata” basata sulla profilazione dei comportamenti tenuti durante la navigazione, modificando la privacy policy e prevedendo quale base giuridica per il trattamento dei dati i “legittimi interessi” di Tik Tok e dei suoi partner, al posto del consenso degli interessati.
Dapprima il Garante Privacy aveva chiesto specifiche informazioni alla società e, dopo averle ricevute, ha concluso che tale mutamento della base giuridica non è compatibile né con la direttiva ePrivacy, né con l'art. 122 Codice in materia di protezione dei dati personali, le quali prevedono espressamente quale base giuridica ai fini dell'archiviazione delle informazioni esclusivamente il consenso degli interessati.
Inoltre, il Garante ha riscontrato un aspetto alquanto preoccupante con riferimento alla tutela dei minori iscritti alla piattaforma, considerando che Tik Tok ha mostrato delle difficoltà in sede di accertamento dell'età minima per l'accesso alla piattaforma, dunque non sarebbe possibile escludere che la pubblicità “personalizzata” possa raggiungere anche i più piccoli con contenuti inappropriati.
Ecco perché l'Autorità ha provveduto a trasmettere un avvertimento formale alla società ed ha contestualmente informato il Comitato europeo delle autorità di protezione dei dati personali e l'Autorità irlandese affinché valutino altre iniziative.