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22 luglio 2022
La concorrenza sleale costa a Google oltre 100 milioni di euro

Il TAR Lazio conferma la sanzione irrogata a Google dall'Antitrust per aver ostacolato e ritardato illegittimamente un'app di Enel X Italia per le auto elettriche.

La Redazione

La controversia trae origine da un esposto con cui Enel X Italia segnalava all'Antitrust che la condotta di Google, consistente nel rifiuto ingiustificato di consentire a JuiscePass di funzionare con Android Auto, integrasse una violazione dell'art. 102 TFUE.
Ai fini della pronuncia è opportuno fare alcune precisazioni: Enel X, fornitore di servizi per la ricarica dei veicoli elettrici, ha lanciato l'app JuicePass, che offre una serie di funzionalità per la ricarica dei veicoli elettrici e, in particolare la ricerca e la prenotazione delle colonnine di ricarica su una mappa, il trasferimento su Google Maps o Apple Maps in modo da consentire la navigazione verso la colonnina di ricarica selezionata, l'avvio, l'interruzione e il monitoraggio della sessione di ricarica e il relativo pagamento. Per far funzionare al meglio questa app, rendendola fruibile sul maggior numero possibile di veicoli attrezzati digitalmente, Enel X ha chiesto a Google di renderla compatibile con un'altra app, che si chiama Android Auto.
Adducendo ragioni di sicurezza e di priorità nella scelta dei progetti da mandare avanti, Google negava tale richiesta, conseguendone l'esposto all'Antitrust.
Quest'ultima ha dato ragione a Enel X Italia, ritenendo che la condotta di Google, consistente nell'ostacolare e procrastinare la pubblicazione dell'app JuicePass sulla piattaforma Android Auto, integrasse un abuso di posizione dominante. Per questo, imponeva a Google di rilasciare un template che garantisse a JuicePass la possibilità di accedere ad Android Auto, ingiungendo la sanzione di oltre 100 milioni di euro.

Google impugna il provvedimento dell'Antitrust dinanzi al TAR Lazio, il quale rigetta il ricorso con sentenza n. 10147 del 18 luglio 2022.

In primo luogo, il giudice ha constatato che Google ha approfittato del fatto che Android Auto «costituisce una porta d'ingresso obbligata per gli sviluppatori e gli utenti di app fruibili in sicurezza nell'ambiente auto, di modo che gli sviluppatori devono poter accedere all'ambiente specifico creato da Google per le auto e i costruttori di auto, quando sviluppano proprie app, lo fanno in modo da renderle compatibili con Android Auto».
Inoltre, il Tar ha considerato l'intenzione di Google di ampliare le funzionalità del suo servizio Google Maps fino a ricomprendere anche attività attualmente possibili solo attraverso le app aventi ad oggetto la ricarica delle auto elettriche. Anche questo aspetto fa emergere un interesse diretto di Google nel mercato di questi prodotti. Da non sottovalutare anche la considerazione che queste app servono anche, anzi soprattutto, per raccogliere dati degli utenti: anche in ciò, Google ha interessi tali da convincerla a tenere condotte anticoncorrenziali.