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14 settembre 2022
Un altro round per Chanel nella causa contro i gioielli realizzati con suoi bottoni riciclati
Confermata la competenza del giudice di New York. La nota Casa parigina aveva citato in giudizio il marchio di gioielleria Shiver+Duke, accusandolo di appropriazione del brand attraverso la rielaborazione di bottoni originali Chanel.
La Redazione
Un altro punto per Chanel nella sua battaglia legale. Il Giudice May Kay Vyskocil del Tribunale distrettuale USA per il distretto meridionale di New York ha infatti rigettato la mozione presentata da Shiver+Duke ("S+D"), azienda sita ad Atlanta che utilizza bottoni Chanel riciclati per produrre i suoi gioielli, che lamentava il difetto di giurisdizione dell'Autorità newyorkese.
Nello specifico, S+D è stata accusata dalla maison parigina dell'appropriazione del brand attraverso la rielaborazione di bottoni originali Chanel, attività di diluizione del marchio considerata lesiva delle norme federali e statali di settore, nonché integrante la concorrenza sleale. La convenuta si è difesa adducendo la disciplina della Prima Vendita, che generalmente consente la rivendita di un articolo recante il marchio dopo che è stato venduto dal titolare (anche se tale vendita successiva avviene senza il suo consenso). Al riguardo, S+D ha affermato di utilizzare una serie di "disclaimer" per avvisare i consumatori che essa e i suoi prodotti "non sono affiliati a Chanel", rimuovendo così il necessario elemento di rischio di confusione.
Schierandosi con Chanel su tutta la linea, il giudice Vyskocil ha stabilito che S+D, e l'azienda madre Edith Hunt, sono soggetti alla sua giurisdizione, citando un precedente secondo cui l'attore può dimostrare che «una singola transazione avvenuta a New York è sufficiente per invocare la giurisdizione, anche [se] il convenuto non entra mai a New York, a condizione che la transazione sia stata "intenzionale" e vi sia un "nesso sostanziale tra l'attività e la causa dell'azione». Dato che la società convenuta gestisce un sito web altamente interattivo in città ed in essa ha realizzato più di 80 transazioni commerciali con clienti negli ultimi tre anni, va confermata la giurisdizione del giudice newyorkese. Insufficienti, quindi, le motivazioni dedotte dalla convenuta, tra cui la distanza che separa New York da Atlanta e le relative difficoltà logistiche, volte a far slittare la giurisdizione nello stato della Georgia.