Il progetto è stato finanziato dalla Regione Basilicata ed hanno partecipato, oltre ad ENEA, anche il Consorzio Qui Vulture, l'Università della Basilicata, il Cnr e diverse aziende agricole.
Il progetto è volto alla realizzazione di una piattaforma web che consentirà agli operatori del settore di condividere informazioni relative alle singole particelle catastali dei vigneti con dati geospaziali, biofisici e sulla presenza di insetti dannosi.
Per quanto riguarda, poi, il processo di vinificazione, uno dei risultati principali ottenuti dal progetto concerne la costruzione di una banca di lieviti vinari autoctoni della Regione Basilicata isolati in aree differenti e varietà della Regione che andrà a supporto dei trasformatori lucani. Ciò permetterà, ad esempio, di svolgere la fermentazione con dosi basse di solfiti, nonché di ridurre il rame.
La condivisione dei dati inerenti ai dati di cattura delle trappole da parte dei viticoltori darà invece la possibilità agli imprenditori agricoli di collocare correttamente l'intervento insetticida.