
pedoclimatiche locali, possono prevedere un'organizzazione del periodo di divieto diversa che tenga conto dell'andamento climatico autunnale e primaverile e dei loro riflessi sulla corretta gestione delle colture.
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Per l'attuazione dei presenti obbiettivi si applicano le seguenti normative:
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- prati e/o cereali autunno vernini e/o colture ortive e/o, arboree con inerbimenti permanenti;
- preparazione dei terreni ai fini della semina primaverile anticipata o autunnale posticipata;
- terreni con residui colturali;
- colture che utilizzano l'azoto in misura significativa anche nella stagione autunno-invernale, come per esempio le colture ortofloricole e vivaistiche protette o in pieno campo.
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Il sistema si basa sull'applicazione di un modello di bilancio idrico del suolo alimentato in maniera dinamica, a passo giornaliero, dalle principali variabili meteorologiche pregresse (Temperatura, Umidità Relativa, Precipitazioni, Vento, Evapotraspirazione potenziale) che concorrono a determinare il contenuto idrico del suolo. |
- la distribuzione dell'azoto deve essere effettuata in tempi il più possibile ravvicinati alla semina e, in generale, al momento in cui le colture sono in grado di assorbirlo;
- quando si utilizzano materiali organici va poi tenuto presente che l'attività microbiologica nel suolo, da cui dipende la trasformazione dell'azoto nelle forme minerali assimilabili dalle piante, è bloccata a temperature inferiori ai 5°C e si può ritenere sia ancora fortemente rallentata almeno fino a 10°C;
- la distribuzione degli effluenti, infine, deve avvenire quando il terreno è in condizioni di umidità idonee e cioè tali da permettere il transito dei mezzi agricoli e l'interramento dei materiali senza degradare la struttura del suolo, compattandolo e compromettendone la fertilità fisica, e da evitare ristagni e accumuli di materiali organici in superficie che possono dare origine a fenomeni di trasporto dei nutrienti verso il reticolo idrografico e i corsi d'acqua.
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L'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento deve, in ogni caso, avvenire nel rispetto dei principi del Codice di Buona Pratica Agricola e in base a quanto stabilito dalla legislazione vigente. È comunque necessaria la concomitante presenza di condizioni atmosferiche effettivamente idonee, tenendo conto in particolare di non effettuare la distribuzione in presenza di precipitazioni, e nei giorni immediatamente successivi, né su terreni bagnati, saturi d'acqua o che presentino ristagni in superficie, anche allo scopo di non indurre forme di compattazione dei suoli. È poi fondamentale prevedere la somministrazione degli effluenti esclusivamente su residui di una coltura precedente, con immediato interramento dei materiali, e nel rispetto del bilancio dell'azoto e delle condizioni locali dei suoli. |