La Cassazione precisa che occorre verificare se il danno sia dipeso da ciascuno dei processi innescati che abbiano procurato un danno in via autonoma oppure se la parte esponga nella sostanza un danno unitario.
Il MEF propone ricorso in Cassazione contro la decisione della Corte d'Appello con la quale era stato riconosciuto un indennizzo pari a 51mila euro in favore della controparte per l'irragionevole durata di 3 distinti processi svoltisi dinanzi alla Corte dei Conti. Il MEF lamenta nello specifico la violazione e falsa applicazione dell'art. 89
Svolgimento del processo / Motivi della decisione
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ricorre avverso il provvedimento con il quale la Corte d'appello di Perugia ha riconosciuto il complessivo indennizzo di € 51.000,00 in favore di L.R., per la non ragionevole durata dei seguenti processi svoltisi innanzi la Corte dei Conti:
- proc. n. 9573, promosso con ricorso del 22/9/1967, e proc. n. 9576, promosso con ricorso del 10/4/1968, indennizzabili per entrambi 35 anni e 10 mesi;
- proc. n. 9567, promosso con ricorso del 24/1/1979, indennizzabili 30 anni e 5 mesi.
- Resiste con controricorso L.R..
Con l'esposta unitaria censura il Ministero denuncia violazione e falsa applicazione dell'art. 89, I. n. 89/2001, adducendo un abuso del diritto di ristoro.
Il nucleo della doglianza, presa in esame la vicenda fatta oggetto dei processi presupposti, è tesGII a dimostrare che, a fronte di una sola vicenda pensionistica, la R. aveva proposto tre ricorsi distinti: con il primo chiedendo che fosse dichiarata la definitività del decreto ministeriale che aveva riconosciuto la dipendenza da causa di servizio il decesso del coniuge, militare di carriera; con il secondo, contestando la decisione dell'amministrazione di negare la causa di servizio; con il terzo, chiedendo la riliquidazione del proprio trattamento pensionistico di reversibilità.
Il motivo è fondato nei termini che seguono.
Non par dubbio che il bene della vita rivendicato dalla R. fosse il riconoscimento, in regime di reversibilità, dell'assegno pensionistico del coniuge, ex militare di carriera, che la vedova assumeva essere deceduto per causa di servizio.
In matria va enunciato il seguente principio di diritto: < <in un simile caso occorre verificare, agli effetti dell'art. 2, I. n. 89/20011 al fine d'impedire ingiuste duplicazioni, se il danno dt;(ragionevole durata sia dipeso specificamente da ciascuno dei processi innescati (nella specie tre)1 i quali (ciascuno di loro) abbiano procurato in via autonoma sofferenza indennizzabile da ritardo, o seppure, sia pure sotto profili di doglianza diversi, la parte esponga, nella sostanza, un danno unitario, dipendente dal ritardo con il quale risulta essere stata definita la vicenda processuale afferente al bene della vita preteso. Un tale giudizio, inoltre, non può prescindere dalla verifica in concreto circa la condotta processuale tenuta da interessato nei processi presupposti, al fine di accertare se lo stesso abbia, senza necessità, moltiplicato gli accessi alla giustizia>>.
La Corte di Perugia si è totalmente sottratta a un simile vaglio, essendosi limitata al computo algebrico delle singole cause, considerate separatamente, di conseguenza la statuizione deve essere cassata con rinvio, disponendo che il Giudice del rinvio si adegui al principio di diritto sopra enunciato. Lo stesso regolerà anche le spese del giudizio di legittimità.
P.Q.M.
accoglie il ricorso, cassa il decreto impugnato e rinvia alla Corte d'appello di Perugia, altra composizione, anche per la determinazione sulle spese del giudizio di legittimità.