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29 marzo 2023
"Anni di piombo": la Corte di Cassazione francese conferma il no all'estradizione di dieci ex brigatisti italiani
Confermato il parare sfavorevole reso dalla Corte d'Appello francese nel 2022 sulle richieste dell'Autorità italiana. Diventa dunque definitivo il no all'estradizione di dieci italiani giudicati colpevoli, tra il 1983 e il 1995, di attentati terroristici, eversione dell'ordine democratico e omicidio aggravato.
di La Redazione
Diventa definitivo il parere negativo sulle richieste di estradizione di dieci italiani giudicati colpevoli, tra il 1983 e il 1995, dalla giustizia italiana di attentati terroristici, eversione dell'ordine democratico e omicidio aggravato, reati commessi in Italia durante gli "anni di piombo".
Dopo il parere sfavorevole dato dalla Corte d'Appello francese nel 2022, arriva la conferma della Cour de Cassation: no alla richiesta dell'Autorità italiana. Rigettati, dunque, i ricorsi proposti dall'Avvocatura Generale presso la Corte d'Appello di Parigi, sul presupposto che le motivazioni addotte dai giudici sono sufficienti e rientrano nella loro sovrana discrezionalità.
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Secondo la Corte d'Appello:
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Nel confermare il suo parere negativo, la Corte di Cassazione ha precisato che l'estradizione di una persona trovata in Francia può avvenire solo se la giustizia francese esprime parere favorevole, a seguito di un'apposita verifica in ordine all'osservanza di un certo numero di condizioni legali, tra cui il rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo nello Stato estero. Va da sé che:
- se il ricercato è stato condannato all'estero in sua assenza e i giudici francesi ritengono che debba beneficiare di un nuovo processo, deve essere garantito che la legge dello Stato estero lo consenta.
- Se il ricercato sostiene che la sua estradizione interferirà in modo sproporzionato con il suo diritto al rispetto della vita privata e familiare garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, i giudici francesi devono pronunciarsi su questo punto.
Sulla scorta di ciò, la Corte di Cassazione conclude che essa non può sostituire la propria valutazione degli elementi di fatto a quella dei giudici e delle corti di appello, bensì è sufficiente che la decisione venga sufficientemente motivata.