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30 marzo 2023
Il reato di tortura non verrà abrogato

Necessaria è solo una rimodulazione della norma, cioè sistemare alcuni aspetti tecnici ai quali ha fatto cenno il Ministro della Giustizia Nordio durante il Question Time tenutosi alla Camera.

di La Redazione

«Il Governo non ha nessuna intenzione di abrogare il reato di tortura»: così ha risposto il Ministro della Giustizia Carlo Nordio durante il Question Time alla Camera alla domanda presentata dall'onorevole Gianassi riguardante la recente proposta di legge che intenderebbe abrogare il reato di tortura, istituito con la L. n. 110/2017 e attualmente previsto agli artt. 613-bis e 613-ter c.p..

Ciò che deve essere rimodulato, prosegue il Guardasigilli, è solo un aspetto tecnico poiché così com'è strutturata la norma ha delle carenze sul piano della tipicità e della specificità, elementi che devono connotare la norma penale.
Non vi sarà dunque alcuna abrogazione del reato di tortura per ragioni di coerenza e per ottemperare alle norme di diritto internazionale, ma alcuni aspetti tecnici dovranno essere chiariti al più presto.
A tal proposito, il Ministro Nordio fa due chiari esempi:

esempio

  • Il primo riguarda l'atteggiamento soggettivo del reato: la Convenzione di New York, infatti, circoscrive le ipotesi del reato in questione alla presenza del dolo specifico (per ottenere la confessione), mentre il Legislatore italiano ha optato per il dolo generico, eliminando il tratto distintivo tra la tortura e gli altri maltrattamenti, il che costituisce un rischio concreto perché così facendo la disposizione potrebbe trovare applicazione anche in caso di sofferenza applicata durante operazioni lecite di ordine pubblico e di polizia;
  • Il secondo aspetto riguarda invece il fatto che sul piano internazionale il reato di tortura e quello di trattamenti inumani e degradanti sono trattate in termini differenti, per cui sottoporle al medesimo trattamento sanzionatorio non è una scelta ragionevole, avendo le due figure criminose una offensività diversa.