La Commissione UE ha accolto con favore l'accordo provvisorio raggiunto tra Parlamento UE e Consiglio che punta a raggiungere l'obiettivo del 45% delle energie rinnovabili e del 55% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030.
Il Green Deal europeo costituisce la strategia adottata dall'Unione europea per rendere l'Europa climaticamente neutra entro il 2050.
Il 30 marzo 2023 la Commissione UE ha accolto con favore l'accordo provvisorio raggiunto dal Parlamento UE e dal Consiglio per rafforzare la direttiva UE sulle energie rinnovabili, la cui revisione è una delle proposte “Fit for 55” presentate dalla Commissione a luglio 2021 per rendere le politiche dell'Unione nei settori clima, energia, trasporti, uso del suolo e tassazione idonee a ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
L'accordo si è reso necessario altresì per la realizzazione del piano REPowerEU, ovvero la strategia volta ad eliminare nel più breve tempo possibile le importazioni russe di combustibili fossili. Per fare ciò, è essenziale una accelerazione del ruolo delle energie rinnovabili, che è appunto lo scopo dell'accordo provvisorio in esame, il quale richiede ora l'adozione formale da parte di Parlamento UE e Consiglio.
Ma cosa prevede il nuovo accordo provvisorio?
In sostanza, l'accordo provvisorio aumenta l'obiettivo dell'UE in vista dell'utilizzo delle energie rinnovabili per il 2030 a un minimo del 42,5% rispetto all'attuale 32%, mirando a raggiungere il 45% delle energie rinnovabili entro il 2030.
Per quanto riguarda poi l'indipendenza energetica, l'UE punta a raggiungere l'obiettivo della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55% entro il 2030.
Per facilitare il raggiungimento dei suddetti obiettivi, le procedure di autorizzazione degli impianti saranno più semplici e veloci e l'energia rinnovabile sarà riconosciuta come interesse pubblico prevalente. Inoltre, nelle zone con elevato potenziale di energie rinnovabili e bassi rischi per l'ambiente, gli Stati membri potranno creare aree di accelerazione dedicate proprio alle rinnovabili con procedure più snelle.
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È stato introdotto un parametro specifico per le energie rinnovabili pari al 49% per ilconsumo energetico degli edificientro il 2030 per integrare la legislazione europea in materia edilizia, guidando gli sforzi degli Stati membri in tale direzione. |
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Per la prima volta inoltre è inclusa anche l'industria nella direttiva sulle rinnovabili: l'accordo infatti stabilisce un aumento pari all'1,6% all'anno di consumo di energia rinnovabile e il raggiungimento di una percentuale di utilizzo dell'idrogeno verde pari al 42% sul consumo totale di idrogeno dell'industria, sempre entro il 2030. Idrogeno rinnovabile il cui utilizzo sarà richiesto anche nel settore trasporti. |
Infine, l'accordo provvisorio contiene norme volte a garantire che la biomassa forestale non provenga da aree di particolare importanza sotto il profilo della biodiversità e dello stock di carbonio, stabilendo che la biomassa legnosa dovrà essere utilizzata sulla base del suo massimo valore aggiunto economico e ambientale. Sarà poi vietata la concessione di finanziamenti per l'energia prodotta mediante uso di tronchi da sega, da impiallacciatura, di legno tondo di grado industriale, di ceppi e radici.