Niente da fare per Louis Vuitton. Dopo due anni di battaglia legale, la Corte giudiziaria di Parigi dà ragione a Zadig & Voltaire stabilendo che la "somiglianza molto bassa" tra i marchi delle lettere intrecciate dei marchi di moda francesi, inclusa la "diversa costruzione e disposizione", rende improbabile che i consumatori confondano i marchi delle rispettive società.

La controversia trae origine dal reclamo presentato da Louis Vuitton in cui ha sostenuto che il logo di Zadig & Voltaire è «visivamente, foneticamente e concettualmente simile al proprio, in quanto entrambi sono costituiti da due lettere, scritte in maiuscolo e una delle quali è la stessa, che hanno quasi la stessa dimensione dei caratteri e che si sovrappongono con un leggero spostamento in altezza», tra le altre cose.
Zadig & Voltaire ha respinto tali affermazioni affermando che i marchi «sono composti da lettere diverse», che non hanno la stessa dimensione e sono «stilizzati e presentati in modo diverso».

Il Tribunale si è schierato con Zadig & Voltaire nel ritenere che non vi sia alcuna infrazione in gioco. Affinché vi sia contraffazione, il Tribunale ha ritenuto che debba esistere «un certo grado di somiglianza tra i marchi che consenta al pubblico di effettuare un collegamento tra di essi». Nel caso in esame non esiste tale "collegamento", in quanto, sebbene i prodotti siano simili, è improbabile che i consumatori associno i marchi perché la somiglianza chiave tra loro è l'uso di due lettere maiuscole di dimensioni simili, e questo è comune poiché è «il principio stesso di un monogramma».
Il Tribunale conclude condannando Louis Vuitton al pagamento delle spese, stimate in 30mila euro.