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15 giugno 2023
“Pratiche abusive nella tecnologia pubblicitaria online”: secondo la Commissione, Google ha violato le norme antitrust UE
La Commissione ha comunicato a Google la sua opinione preliminare: la famosa Azienda ha distorto la concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria, favorendo i propri servizi tecnologici di pubblicità display online a scapito di fornitori concorrenti, inserzionisti ed editori online.
di La Redazione
Brutte notizie per Google, la famosa multinazionale che opera nel campo della tecnologia
 
Il colosso statunitense ha ricevuto una comunicazione da parte della Commissione UE contente degli addebiti per pratiche abusive nella tecnologia pubblicitaria online, primo passo formale del procedimento avviato il 22 giugno 2021. Google avrebbe, così, violato le norme antitrust comunitarie e distorto la concorrenza nel settore della tecnologia pubblicitaria ("adtech"), favorendo i propri servizi tecnologici di pubblicità display online a scapito di fornitori concorrenti di servizi tecnologici pubblicitari, inserzionisti ed editori online.

esempio

Gli inserzionisti e gli editori si affidano agli strumenti digitali del settore "adtech" per il posizionamento di annunci in tempo reale non collegati a una query di ricerca, come i banner pubblicitari nei siti Web dei giornali ("annunci display").

La multinazionale, secondo la ricostruzione dell'Esecutivo UE, detiene una posizione dominante nei mercati dell'intero Spazio economico europeo
  1. per gli ad server degli editori con il suo servizio "DFP"; 
  2. per gli strumenti di acquisto di pubblicità programmatica per il web aperto con i suoi servizi "Google Ads" e "DV360".
Essa, almeno dal 2014, avrebbe abusato della sua posizione dominante:
  • favorendo il proprio scambio di annunci AdX nell'asta di selezione degli annunci gestita dall'ad server dell'editore dominante DFP, ad esempio, informando AdX in anticipo del valore della migliore offerta dei concorrenti che ha dovuto battere per vincere l'asta.
  • favorendo il suo scambio di annunci AdX nel modo in cui i suoi strumenti di acquisto di annunci Google Ads e DV360 fanno offerte sugli scambi di annunci. Ad esempio, Google Ads evitava gli scambi di annunci concorrenti e faceva principalmente offerte su AdX, rendendolo così lo scambio di annunci più interessante.
Se accertati, tali comportamenti violerebbero l'articolo 102 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea ("TFUE"), che vieta l'abuso di posizione dominante sul mercato.
 
Ma non finisce qua. A detta della Commissione, solo la cessione obbligatoria da parte di Google di parte dei suoi servizi risolverebbe i suoi problemi di concorrenza, non essendo a tal fine sufficiente un rimedio comportamentale. La società è, infatti, attiva su entrambi i lati del mercato con il suo ad server per editori e con i suoi strumenti di acquisto di annunci e detiene una posizione dominante su entrambi i lato; inoltre, gestisce il più grande scambio di annunci. Ciò determina una situazione di conflitto di interessi intrinseco.
 
Quale mossa farà, ora, il gigante statunitense?