11,8 milioni di dollari. È questa la cifra che Diesel ha ottenuto nella causa contro Diesel Power Gear (DPG), il marchio creato dai fratelli Kiley nonché star dei reality “Diesel Brothers”.
Correva l'anno 2019 quando Diesel presentava denuncia al Tribunale distrettuale di New York affermando che DPG era in conflitto con la legge federale sui marchi poiché utilizzava i marchi DPG e DIESELSELLERZ in relazione alla sua attività e su vari abbigliamento e/o accessori. Oggi la Corte dà ragione alla multinazionale della moda italiana sostenendo che i marchi sono confondibili e simili alla luce del modo in cui i marchi sono effettivamente visualizzati nel loro contesto di acquisto.
Ciò detto, la Corte di sofferma sulla quantificazione del risarcimento da individuare sugli utili di DPG. Secondo i convenuti, i loro profitti dovrebbero basarsi su un sottoinsieme più piccolo delle vendite in quanto responsabili solo per «abbigliamento contrassegnato all'esterno con la parola “diesel”».
In disaccordo con tale tesi, la Corte ha affermato che DPG è stata ritenuta responsabile dell'utilizzo «dei marchi in violazione su o in connessione con [i suoi] prodotti di abbigliamento e accessori». Pertanto, la responsabilità si estende oltre l'abbigliamento/accessori contrassegnati con "diesel", «fino all'uso del marchio sui [suoi] prodotti Diesel Power Gear stessi, sulle linguette e sulle etichette degli stessi, in relazione al [suo] sito Web, ai gestori dei social media e in relazione alle sue pubblicità e promozioni».
La Corte, riconoscendo che un risarcimento di circa 59 milioni di dollari sarebbe «eccessivo nei confronti di DPG e equivarrebbe a una manna ingiustificata per Diesel», lo ha ridotto dell'80% per importo pari a 11,8 milioni di dollari.