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19 marzo 2024
Il danno da usura psicofisica si presume quando il datore di lavoro non garantisce al lavoratore il diritto al riposo

Quando il datore di lavoro sia inadempiente nel garantire al lavoratore il diritto al riposo e ciò si riveli grave alla luce di tutte le circostanze del caso concreto, la sussistenza del danno da usura psicofisica è presunta nell'an.

di La Redazione

Il caso in esame verte sulla quantificazione del risarcimento dovuto al lavoratore per il carattere usurante della prestazione lavorativa.
Sul tema, il Tribunale di Padova, con la sentenza n. 171 del 6 marzo 2024, evidenzia che la giurisprudenza di legittimità riconosce la risarcibilità del danno da stress o da usura psicofisica quale danno non patrimoniale causato da inadempimento contrattuale.
Nello specifico, esso si verifica come conseguenza di una prestazione di lavoro che eccede di gran lunga i limiti stabiliti dalla legge e dalla contrattazione collettiva quando si prolunghi per diversi anni, distinguendosi dal danno biologico inteso come lesione dell'integrità psicofisica del soggetto, la quale si sostanzia, invece, in un'infermità fisica e/o psichica.

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Quindi, nel caso in cui il datore di lavoro sia inadempiente nel garantire al lavoratore il diritto al riposo e ciò si riveli grave alla luce di tutte le circostanze del caso concreto, la sussistenza del danno da usura psicofisica, a differenza del danno biologico, è presuntanell'an.

Nella determinazione del quantum, occorre allora considerare la gravità dell'inadempimento datoriale, che nel caso di specie risulta notevole. Il lavoratore, infatti, aveva svolto in media 8,15 ore a settimana di lavoro straordinario, che corrispondono a 388,8 ore annuali, le quali superano di gran lunga quelle fissate dal D. Lgs. n. 66/2003 e dal CCNL di riferimento, che ammontano a 250 ore l'anno.
Inoltre, risulta che il lavoratore abbia operato delle trasferte per intere settimane, situazione protrattasi con continuatività per oltre 7 anni.
Tutto ciò, oltre a confermare la presunzione di sussistenza nel caso in esame del danno da stress, rileva anche alla stregua di parametro da utilizzare per determinare l'entità del danno risarcibile.
In conclusione, il Tribunale condanna il datore di lavoro al pagamento di oltre 20mila euro in favore del lavoratore quale risarcimento del danno da usura psicofisica ed altri 9mila a titolo di interessi legali.

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