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16 maggio 2024
Violenza domestica e di genere: i dati ISTAT sugli ospiti delle Case rifugio e delle strutture dedicate alle vittime

I dati si riferiscono al 2022 e confermano l'aumento dell'offerta di Case rifugio e delle donne che ne sono ospiti, insieme all'elevata specializzazione dei gestori delle Case e all'alto livello di professionalità degli operatori.

di La Redazione

L'ISTAT ha pubblicato il report dell'indagine relativa ai servizi e alle caratteristiche organizzative delle Case rifugio e dei presidi socio-assistenziali che hanno ospitato donne vittime di violenza nell'anno 2022.
Facendo un passo indietro, va precisato che è la Convenzione di Istanbul del 2011 ad aver previsto l'impegno degli Stati aderenti a predisporre servizi specializzati di supporto immediato nel breve e nel lungo periodo per ciascuna vittima da qualsiasi atto di violenza che rientra nell'ambito di applicazione della Convenzione. Da qui, l'impegno dell'Italia attraverso il Piano nazionale contro la violenza che ha dato un forte impulso in sede di conoscenza del sistema di tutela delle donne vittime di violenza, e per spingere ancor di più verso questa direzione, a partire dal 2017 l'ISTAT ha iniziato a rilevare i dati riguardanti il Sistema della Protezione delle donne vittime di violenza, realizzando nel 2020 una rilevazione statistica sull'Utenza dei Centri antiviolenza e diffondendo i dati del numero di pubblica utilità Anti Violenza e Stalking (1522). Ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione del Dipartimento per le Pari Opportunità che ha pubblicato il report oggetto di esame, in ossequio a quanto statuito dalla Legge n. 53/2022, la quale prevede che l'ISTAT conduca tali indagini allo scopo di far conoscere le caratteristiche dell'utenza che si rivolge ai CAV, la tipologia di violenza subita, la presenza di figli e le tipologie di assistenza che vengono fornite.

Ebbene, dal report emerge che nel 2022 sono 1.810 le donne uscite dalle Case rifugio: il 39,2% per aver raggiunto gli obiettivi del percorso di uscita dalla violenza concordato, mentre il 27,1% per tornare dal maltrattante o comunque dopo aver abbandonato il percorso. Il 25,4% delle donne, invece, vi è uscita per trasferirsi in altra abitazione o struttura.

Di seguito, altri risultati rilevanti:

esempio

  • Rispetto al 2017 è aumentata del 4% l'offerta delle Case rifugio, passando da 232 a 450;
  • Resta ancora basso il tasso di copertura delle Case rifugio, pari a 0,15 ogni 10mila donne, con differenze territoriali importanti;
  • Aumentano le donne ospiti delle Case rifugio, che passano da 1.786 nel 2017 a 2.698 nel 2022, così come i figli accolti (+45%);
  • Rispetto ai figli accolti, si evidenzia che il 43,9% delle Case ha un limite di età. Nello specifico, il 22,5% fissa tale limite a 12/14 anni e il 21,4% lo estende fino ai 18;
  • Quanto al finanziamento delle strutture, il 97,1% riceve fondi pubblici, il 2,1% riceve fondi privati e lo 0,8% non riceve fondi;
  • Si conferma l'elevata specializzazione dei gestori delle Case, essendo emersa la presenza di coordinatrici nel 95,2% delle Case, di operatrici nel 72,5%, di educatrici nel 79,4% delle Case, di psicologhe nel 73,3%, di avvocate nel 49,5% e di assistenti sociali nel 39,6% delle strutture;
  • Tra i servizi offerti, i più frequenti risultano l'accompagnamento agli altri servizi, il supporto psicologico, la consulenza legale, l'orientamento al lavoro e l'autonomia abitativa, oltre al supporto alla genitorialità e ai servizi dedicati agli ospiti minorenni;
  • Oltre alla Case rifugio, esistono delle strutture residenziali atte ad ospitare donne vittime di violenza in alternativa alle prime, o anche in un momento successivo. Emerge infatti che nel 2022 il 36,5% delle donne vittime di violenza sono ospitate da strutture residenziali non specializzate ma dedicate alla violenza di genere;
  • Con riferimento ai minori vittime di violenza, al 1° gennaio 2022 risultano ospiti di strutture residenziali non specializzate 1.477 minori, di cui il 62% di sesso femminile.
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