Svolgimento del processo
1. Con sentenza in data 16 dicembre 2022 la Corte di appello di Firenze, In parziale riforma della sentenza in data 9 febbraio 2021 del Tribunale di Firenze, ha assolto PZ dal reato del capo B), relativo alla violazione dell'art. 10 d.lgs. n. 74 del 2000, perché il fatto non sussiste e ha confermato la condanna per il reato del capo A), relativo alla violazione dell'art. 5 d.lgs. n. 74 del 2000.
2. La ricorrente lamenta di essere stata condannata come liquidatrice della X S.r.l. con sede operativa e amministrativa in X , quando era solo proprietaria di una quota di partecipazione sociale. Articola cinque motivi di ricorso per cassazione per violazione di norme processuali e vizio di motivazione, per travisamento del fatto e travisamento della prova, tra di loro sovrapponibili e incentrati sul suo ruolo in società, come risultante dalla visura camerale storica.
Nella memoria replica alla requisitoria del Procuratore generale e insiste per l'accoglimento del ricorso.
Motivi della decisione
3. Il ricorso è fondato.
Risulta dalla visura camerale che la ricorrente era unica quotista della X S.r.l. ma non la liquidatrice, siccome tale incarico era stato assunto ìl 18 gennaio 2013 da AA , con atto iscritto al registro della Camera di commercio il 18 marzo 2013. La società è stata poi cancellata dal registro della Provincia di X il 14 maggio 2013 per trasferimento nella provincia di X.
1. In precedenza, con atto iscritto il 29 ottobre 2010 era stata nominata amministratrice AS e con atto iscritto il 20 settembre 2012 era stato nominato amministratore AA.
Nonostante lo specifico motivo di appello, la Corte territoriale ha acriticamente aderito alla sentenza di primo grado affermando che l'imputata era la legale rappresentante della società, dato smentito documentalmente dalla visura camerale. Per giunta, come evidenziato dal difensore nella memoria di replica alle conclusioni del Procuratore generale, non consta alcun atto notarile del 3 maggio 2013 relativo alla sua nomina come liquidatrice.
In tema di reati tributari, i delitti di omessa dichiarazione dei redditi o dell'IVA e di omesso versamento dell'IVA hanno natura di reati omissivi propri, istantanei ed uni-sussistenti, che possono essere commessi solo da chi, secondo la legislazione fiscale, è obbligato a compiere i relativi adempimenti, sicché i soggetti sui quali non gravano gli obblighi di presentare le dichiarazioni o di versare l'IVA al momento della scadenza possono concorrere solo in forma morale, istigando l'autore materiale della condotta o rafforzandone il proposito criminoso (tra le più recenti, Sez. 3, n. 1465 del 10/11/2023, dep. 2024, Orza, Rv. 285737 - 02).
Nel caso in esame, la Corte territoriale non ha verificato la legittimazione della ricorrente a presentare le dichiarazioni e il suo eventuale coinvolgimento nel reato come amministratore di fatto della società. Perciò, la sentenza impugnata va annullata con rinvio ad altra Sezione della Corte di appello di Firenze per un nuovo giudizio sulla responsabilità.
P.Q.M.
Annulla la sentenza impugnata con rinvio per nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte di appello di Firenze.