Durante un procedimento penale per violenza sessuale e stupro di gruppo, le autorità giurisdizionali non hanno adeguatamente tutelato i diritti e gli interessi della vittima esponendo la donna ad una vittimizzazione secondaria per aver utilizzato un linguaggio colpevolizzante e moraleggiante che scoraggia la fiducia delle vittime nel sistema giudiziario.
CEDU, sez. I, 27 maggio 2021, caso di J.L. contro Italia
|
In primo grado, il Tribunale di Firenze condannava sette imputati per avere indotto una persona in stato di inferiorità fisica e psicologica a compiere o subire atti di natura sessuali. In secondo grado, la Corte d'Appello, al contrario, assolveva tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. A... |
|
La donna, esperiti i rimedi giurisdizionali interni non avendo il Procuratore della Corte di Cassazione presentato ricorso alla Corte d'Appello disattendendo la memoria... |
|
Nel condannare l'Italia per la violazione dei diritti umani, la Corte di Strasburgo, senza mezzi termini, ha... |