Nell'obiettivo di rimediare all'inefficienza del processo penale, il Legislatore, oltre a intervenire su istituti impattanti sulla ragionevole durata del giudizio, si è occupato anche del profilo qualitativo dello stesso, favorendo l'attuazione del “giusto processo” attraverso meccanismi idonei a garantire la parità tra le parti, quale l'inedito controllo giurisdizionale sulle perquisizioni con esito negativo. Anche in questo caso, l'input è pervenuto dalla Corte di Strasburgo che, assumendo quale parametro il diritto al rispetto della vita privata ex art. 8 CEDU, ha condannato lo Stato italiano reputando la legislazione interna in tema di perquisizioni negative inidonea a offrire garanzie adeguate e sufficienti contro ogni forma di abuso o di arbitrarietà.