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16 gennaio 2023 Deontologia forense
Il consenso del cliente non esclude l’illecito disciplinare per l’avvocato che chiede un compenso eccessivo

L'avvocato che chiede compensi eccessivi e sproporzionati rispetto alla natura e alla quantità delle prestazioni svolte viola il dovere di correttezza e probità.

di La Redazione
Un avvocato veniva sottoposto a procedimento disciplinare per rispondere, tra le altre, della condotta consistita nell'aver chiesto, ed ottenuto, dai clienti rappresentati un compenso sproporzionato rispetto all'attività professionale effettivamente resa. Ad esito del dibattimento, il CDD riteneva sussistente la violazione in questione ed applicava nei confronti dell'incolpato, tenuto conto anche di altro illecito, la sanzione della sospensione dall'esercizio della professione forense per 8 mesi.
 
Contro questa decisione, l'avvocato ricorre al Consiglio Nazionale Forense chiedendo l'assoluzione dall'illecito deontologico contestato.
 
In risposta, il CNF ricorda che l'avvocato che chiede compensi eccessivi e sproporzionati rispetto alla natura e alla quantità delle prestazioni svolte pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e probità. Illecito che non può essere escluso dal fatto che vi sia un accordo tra le parti sul compenso il cliente abbia accettato di provvedere al relativo pagamento.
 
Per queste ragioni, con sentenza n. 66 del 13 maggio 2022, conferma la decisione presa dal CDD.
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