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14 luglio 2023 Deontologia forense
Come si può stabilire se il compenso dell’avvocato è sproporzionato o eccessivo?

Il compenso può ritenersi sproporzionato o eccessivo solo al termine di un giudizio di relazione condotto con riferimento a due termini di comparazione, ossia l'attività espletata e la misura della sua remunerazione da ritenersi equa.

di La Redazione
Il COA di Prato decideva di trasmettere segnalazione al CDD per un'eventuale valutazione disciplinare del comportamento professionale mantenuto da un'avvocata, ritenendo, in particolare, che il compenso richiesto ad alcuni clienti fosse «spropositato» rispetto all'attività svolta. Sulla base dei chiarimenti resi in sede di audizione della professionista e della documentazione depositata, l'Organo giudicante archiviava la segnalazione.
 
Contro questa decisione, il COA presenta ricorso lamentando la sommarietà e l'incompletezza dell'istruttoria svolta dal CDD, consistita «unicamente nell'acquisizione delle memorie difensive dell'Avv.».
 
Con sentenza n. 42 del 25 marzo 2023, il CNF accoglie il ricorso ed annulla il provvedimento di archiviazione del CDD, rinviando per un nuovo esame della questione.
 
Come risaputo, pone in essere un comportamento deontologicamente rilevante perché lesivo del dovere di correttezza e probità, l'avvocato che richieda un compenso manifestamente sproporzionato e comunque eccessivo rispetto all'attività professionale svolta.
 
E' evidente che il compenso può ritenersi sproporzionato od eccessivo exart. 29 Codice deontologico solo al termine di un giudizio di relazione condotto con riferimento a due termini di comparazione:
  • l'attività espletata;
  • la misura della sua remunerazione da ritenersi equa.
Solo una volta quantificato l'importo ritenuto proporzionato può essere formulato il successivo giudizio di sproporzione o di eccessività che, come ovvio, presuppone che la somma richiesta superi notevolmente l'ammontare di quella ritenuta equa.
 
Nel caso in esame, il CDD non sembra aver posto in essere nessuna attività di comparazione tra l'attività espletata dall'avvocata, la richiesta di ulteriori maggiori compensi e la misura della remunerazione da ritenersi equa.
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