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5 luglio 2021
Riforma della giustizia tributaria: i punti chiave della relazione finale

La Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria ha pubblicato la relazione finale, evidenziando le criticità esistenti nel sistema ed elaborando una serie di proposte di misure e di interventi legislativi volti a migliorare la qualità dei processi e a ridurne i tempi.

La Redazione

La Commissione interministeriale per la riforma della giustizia tributaria ha pubblicato la relazione finale.
Dopo la riforma della giustizia civile e quella della giustizia penale, la suddetta Commissione, istituita dal Ministro dell'Economia e delle Finanze e dal Ministro della Giustizia, ha elaborato ed inviato ai Ministri competenti la riforma della giustizia tributaria, contenente una serie di proposte finalizzate a riformare il sistema delle tutele concernenti il fisco.
Alla Commissione spettavano in particolare due compiti: quello di analizzare le criticità esistenti nel sistema e quello di pensare a delle misure volte a migliorare la qualità della giustizia tributaria, oltre a ridurne le tempistiche.
Nello specifico, le criticità evidenziate dalla Commissione sono relative alla notevole complessità e variabilità delle disposizioni vigenti, alla mancanza di conoscenze riguardanti la giurisprudenza di merito, alla durata dei processi, al livello di specializzazione insufficiente dei giudici, alla mole del contenzioso tributario e alla percezione diffusa circa un'indipendenza imperfetta dei giudici.

Nell'elaborazione della riforma, la Commissione si è mossa lungo 7 direttrici di intervento, indicandone i relativi lineamenti essenziali:

  • Intervenire sui procedimenti tributari attraverso l'ampliamento del contraddittorio e il ricorso all'autotutela: la Commissione propone, in particolare, di inserire nello Statuto del contribuente una norma che riconosca il diritto dei contribuenti di essere sentiti prima che sia adottato l'atto impositivo di ogni tributo; in relazione all'autotutela, invece, il suo esercizio dovrebbe essere automatico, soprattutto quando si tratta di eliminare gli effetti di un atto palesemente illegittimo;
  • Migliorare l'offerta complessiva della giustizia mediante correttivi agli strumenti deflattivi del contenzioso, con particolare riferimento alla conciliazione giudiziale. In tal senso, la Commissione ha proposto di porre a carico della parte che rifiuta senza giustificato motivo la proposta di conciliazione le spese di giudizio, con una maggiorazione;
  • Rafforzare la specializzazione dei giudici tributari. A tal proposito, sono state avanzate due proposte: la prima lascia intatta la configurazione della magistratura tributaria come onoraria, introducendo il requisito della laurea magistrale in giurisprudenza o in economia o al titolo di dottore di ricerca in materie giuridico-aziendali per coloro che non appartengono alla magistratura ordinaria, amministrativa o contabile; l'altra proposta, invece, ipotizza l'istituzione di un giudice speciale ed il rafforzamento del meccanismo di reclutamento;
  • Consolidare l'indipendenza dei giudici, andando a modificare, tra le altre cose, la disciplina relativa alla determinazione dei compensi;
  • Colmare il deficit relativo alla conoscenza della giurisprudenza da parte dei giudici;
  • Migliorare l'offerta giustizia nell'ambito del giudizio dinanzi alla Corte Suprema, puntando, in particolare, sul rinvio pregiudiziale in Cassazione e sull'intervento del Pubblico Ministero nell'interesse della legge;
  • Porre in essere migliori difese processuali degli interessi coinvolti, proponendo, ad esempio, di ripensare al divieto della prova testimoniale nel processo tributario che rappresenterebbe, secondo la Commissione, una limitazione. In tal senso, la Commissione ha proposto un correttivo che consiste nel rimuovere in parte tale impedimento, lasciando la valutazione relativa al suo utilizzo in capo al giudice solo su circostanze contenute in dichiarazioni di terzi oggetto di atti istruttori.
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