L'episodio accaduto ad una praticante avvocato, che rischiava di non sostenere la seconda prova dell'esame di abilitazione alla professione forense perché incinta, ha spinto l'AIGA a richiedere la previsione di una norma che consenta anche alle praticanti in gravidanza di ottenere il rinvio dell'esame di abilitazione per legittimo impedimento.
Con un comunicato l'Associazione Italiana Giovani Avvocati chiede al Governo un intervento per garantire il legittimo impedimento, senza la necessità di presentare un ricorso, alle donne in gravidanza che devono sostenere l'esame di abilitazione forense.
L'appello dell'AIGA trae origine dal recente episodio successo ad una giovane praticante, la quale, dopo aver superato la prima prova orale, aveva depositato rituale istanza di differimento dell'ulteriore prova per via di uno stato di gravidanza considerato a rischio. La commissione aveva concesso il rinvio, posticipandolo, però, di soli 9 giorni rispetto alla data in cui avrebbe dovuto sostenere regolarmente la prova.
L'aspirante avvocato ha quindi presentato ricorso al TAR, che ha accolto la domanda finalizzata ad ottenere il riconoscimento del rinvio dell'esame per legittimo impedimento sottolineando la «assoluta preminenza delle ragioni di tutela della salute della donna in stato di gravidanza e del nascituro», e ordinando «di disporre una seduta di esami suppletiva in una data compatibile con lo stato di salute della ricorrente».
«È necessario che venga introdotta la previsione, all'interno del bando che indice l'esame di avvocato, di una particolare ipotesi di legittimo impedimento per gravidanza a rischio, che preveda la possibilità di svolgere le prove di esame entro un termine a partire dalla fine dell'impedimento, attraverso la predisposizione di una seduta di esami suppletiva» – afferma con forza l'Avv. Francesco Paolo Perchinunno, Presidente Nazionale AIGA, – «è inaccettabile che la concessione e la durata di un rinvio per gravidanza a rischio vengano lasciate alla mera discrezionalità delle commissioni esaminatrici. Diventare madri è un diritto che non deve costituire un ostacolo all'accesso alla professione».