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3 agosto 2022
Metaverso: i problemi connessi alla registrazione dei marchi secondo l’USPTO
Cresce l'interesse per il mondo virtuale. Sempre più domande di registrazione del marchio incentrate sul Metaverso stanno pervenendo all'Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti.
La Redazione
L'Ufficio brevetti e marchi degli Stati Uniti si sta facendo strada tra la folla di domande di registrazione di marchi incentrate sul Metaverso che le aziende hanno presentato nell'ultimo anno e mezzo.
 
L'ufficio ha emesso un gran numero di avvisi di indennità - una sorta di via libera preliminare - in risposta a una serie di domande di intent-to-use, come quelle depositate da Fashion Nova, Allbirds, Telfar e Aime Leon Dore, che stanno cercando di utilizzare i propri nomi e/o loghi su "beni virtuali scaricabili", "servizi di negozi al dettaglio con beni virtuali” e/o “servizi di intrattenimento, ovvero fornitura di [beni] virtuali on-line non scaricabili”, al fine di soddisfare i consumatori nel mondo virtuale. Tramite notifica scritta l'USPTO ha comunicato che i loro marchi sono sopravvissuti al periodo di opposizione e di conseguenza sono stati "consentiti".
 
Non tutte le aziende, però, hanno ottenuto il via libera. Alcune domande, infatti, sono state respinte dall'USPTO, con gli avvocati che hanno rilevato la probabilità di confusione tra marchio relativi al Metaverso e quello precedentemente registrato nel mondo reale. Altri rifiuti hanno visto gli esaminatori contestare l'effettiva qualifica come tale del marchio.
 
Un esempio è quello di "MODAVVERSE" che rischia la confusione con il marchio "MODAVERS", registrato a una persona non affiliata nel 2018 per l'uso su carta stampata, vale a dire fotografie, riviste, libri e opuscoli, tutto nel campo della moda. Secondo l'avvocato esaminatore Monica Beggs, i segni in questione sono quasi identici, determinando l'alta probabilità che i prodotti e i servizi offerti dalle parti vengano confusi.
 
Il rischio di confusione non è, tuttavia, l'unico motivo per cui gli avvocati esaminatori rifiutano le domande di registrazione del marchio Metaverse. Ad esempio, in risposta all'istanza proposta dalla Ralph Lauren, relativamente all'uso effettivo in contrasto con l'intenzione di utilizzo, Christina Calloway ha affermato che il logo del giocatore di polo della società «come utilizzato sul campione del record, non funge da marchio di servizio per identificare e distinguere i servizi del richiedente da quelli di altri e per indicare la fonte dei servizi del richiedente». Il logo non funziona come un marchio di servizio perché «appare come un elemento ornamentale dei prodotti virtuali forniti dai servizi [di Ralph Lauren]», o in altre parole, gli esemplari, che consistono in schermate dell'avventura di gioco di Ralph Lauren con Roblox, non mostrano il marchio utilizzato indicando la fonte dei servizi. La Lauren, secondo l'avvocato, può presentare un nuovo esemplare che non raffigura il logo in modo ornamentale o modificare la sua base di archiviazione in 1 (b).
 
Insomma, per i marchi nel Metaverso la strada da fare è ancora parecchia.
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