Con il presente documento, l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) precisa che il
D.Lgs. n. 36/2023 dedica una parte generale (la Parte I del Libro I) alla codificazione dei princìpi che presiedono all'intera materia dei contratti pubblici.
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Il quaderno operativo ha lo scopo di fornire strumenti snelli e operativi alle stazioni appaltanti di Comuni e Città Metropolitane, di non poter trascurare un breve esame della parte del codice dedicata ai princìpi.
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Si tratta di una innovazione importante rispetto al previgente codice, che si limitava a riportare i principi generali dell'azione amministrativa di derivazione costituzionale o euro unitaria e, sostanzialmente, operava un rinvio dinamico a quelli contenuti nella Legge n. 241/1990. Il nuovo Codice introduce nella normativa di settore una serie di princìpi che, nelle intenzioni del legislatore, dovrebbero essere dotati di puntuale valenza operativa, con l'esplicito, duplice obiettivo, di:
- rendere chiari agli operatori e agli interpreti gli obiettivi sottesi all'adozione di questo nuovo atto legislativo;
- aprire spazi di discrezionalità alle stazioni appaltanti, indotte a considerare tali principi alla stregua di criteri di orientamento e supporti motivazionali per l'individuazione delle regole da seguire in concreto nella loro attività amministrativa.
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In altri termini, il legislatore ha sentito l'esigenza di dover dar corpo e sostanza a princìpi idonei ad attuare, nel settore dei contratti pubblici, il principio costituzionale del buon andamento, evidentemente ritenendo che nell'attuale fase storica fosse necessario indirizzare e stimolare le pubbliche amministrazioni a tenerne maggior conto, incoraggiandole a privilegiare, nell'esercizio della loro discrezionalità amministrativa, la sostanza del risultato al formalismo procedurale inteso come mero “adempimento”.
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Inoltre, fra le numerose innovazioni contenute nel nuovo Codice dei contratti pubblici rispetto all'attuale disciplina di cui al D.Lgs. 50/2016,
l'ANCI si sofferma sulla figura del nuovo R.U.P. che, pur nell'invarianza dell'acronimo, da Responsabile unico del procedimento, diventa Responsabile unico del progetto. Dalla Relazione illustrativa al nuovo Codice si evince che il nuovo regime, nonostante conservi la centralità della figura, ridisegna il ruolo del RUP in chiave di project manager orientato al raggiungimento del risultato dell'intervento pubblico complessivo nel modo più celere, efficiente ed efficace possibile. Tale cambio di passo rispetto al passato si ricollega alla presa d'atto che il RUP non è chiamato a governare un procedimento unitario (secondo una definizione forse viziata dal riferimento alla
Legge n. 241 del 1990) perché la complessa realizzazione di un intervento pubblico è caratterizzate da più procedimenti collegati tra loro (programmazione, progettazione, affidamento ed esecuzione) che si concludono con autonomi provvedimenti.
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La figura disciplinata dall'art. 15 del codice non è un doppione (con qualche limitata particolarità) del responsabile del procedimento disciplinato in via generale dalla Legge n. 241 del 1990.
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Tra le ulteriori novità, l'ANCI evidenzia che il
D.Lgs. 36/2023 estende l'obbligo della programmazione, sia per i lavori che per i servizi e le forniture,
a tutti i soggetti tenuti al rispetto del codice stesso e non solo alle Amministrazioni aggiudicatrici come era finora. Altra novità importante introdotta con il D.Lgs. 36/2023 è che anche la programmazione di beni e servizi diviene triennale, anziché biennale come lo era finora, equiparandola di fatto a quella dei lavori. Le soglie di importo, oltre le quali sussiste l'obbligo di programmazione sono state elevate rispetto a quelle previste dal D.Lgs. 50/2016.
Il nuovo Codice pone poi particolare attenzione alla documentazione tecnica da predisporre e approvare prima dell'avvio dei due livelli di progettazione. Tale documentazione consiste, in ordine cronologico, nei seguenti elaborati: quadro delle necessità (o quadro esigenziale), documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) e documento di indirizzo alla progettazione (DIP).
Infine, tra le ulteriori specificazioni, l'ANCI si sofferma su:
- Il bando e gli altri atti di gara;
- Gli affidamenti sotto soglia;
- La qualificazione delle stazioni appaltanti;
- I criteri di aggiudicazione e le offerte anomale;
- Partenariato pubblico privato e contratti di concessione;
- L'affidamento dei servizi sociali e il partenariato culturale;
- Il periodo transitorio;
- L'imposta bollo: nuovi importi e nuova modalità di applicazione.
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NOTA: è in pubblicazione il nuovo Dossier SEAC con l'analisi delle principali novità e degli aspetti essenziali del D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36. Un approfondimento e indispensabile strumento per una immediata comprensione del nuovo “Codice dei contratti pubblici”.
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