A seguito della richiesta di chiarimenti pervenuta dai consulenti del lavoro, l'Agenzia delle Entrate precisa che tale informazione verrà reperita direttamente dall'INPS. Pertanto, l'indicazione da parte del contribuente dei codici fiscali dei figli per i quali è stato riconosciuto l'assegno unico costituisce un invito e non un obbligo.
Il 24 ottobre 2023, il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro ha inviato all'Agenzia delle Entrate una richiesta di chiarimenti in merito alla risoluzione n. 55/E/2023 avente ad oggetto la compilazione della sezione «Dati relativi al coniuge e ai familiari a carico» della CU 2024.
Nella richiesta di chiarimenti, i consulenti del lavoro hanno evidenziato come l'onere di reperire le informazioni richieste apparisse un adempimento del tutto sproporzionato.
Nella lettera di risposta, l'Agenzia delle Entrate precisa anzitutto che al momento della risoluzione n. 55/E/2023 non era stato ancora definito un accordo di condivisione dei dati con l'INPS riguardante le persone alle quali l'istituto eroga l'assegno unico universale.
Ora, prosegue il Fisco, il confronto con l'Ente di previdenza è a uno stadio avanzato e si può ritenere che «sia in qualche modo superato l'invito formulato nella citata risoluzione 55/E/2023 nei confronti dei sostituti d'imposta a comunicare tramite le CU 2024 anche i codici fiscali dei figli con riferimento ai quali è stato riconosciuto l'Assegno unico. Resta fermo che, qualora il sostituto disponga di tali elementi o non abbia particolari difficoltà a reperirli, sarebbe comunque utile acquisirli tramite la CU al fine di incrementare il patrimonio informativo dell'Agenzia e consentire un confronto con i dati che saranno comunicati dall'INPS».
Pertanto, è aperta la possibilità di reperimento delle informazioni attraverso canali interni della medesima Pubblica Amministrazione.
Nella seconda parte della risposta, l'Agenzia richiama i casi in cui, in base alla risoluzione 55/E/2023, è stato ritenuto obbligatorio indicare i dati dei figli beneficiari dell'assegno unico, anche in assenza del riconoscimento della detrazione ai fini IRPEF per i figli a carico. Ciò si realizza quando:
- il lavoratore, in fase di conguaglio fiscale, chiede al sostituto di imposta il riconoscimento di una detrazione per le spese sostenute per conto del figlio;
- la Regione riconosce delle agevolazioni sulle addizionali in presenza di figli a carico;
- si rende necessario il riconoscimento dell'esenzione del valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico (3mila euro per il 2023).