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21 dicembre 2023
Negare l’acquisto di una borsa frigo rigida al detenuto in 41-bis non viola il suo diritto alla sana alimentazione
Se è vero che le borse frigo di tipo morbido conservano il freddo soltanto per un periodo di tempo limitato, d'altro canto, con la sostituzione tempestiva delle mattonelle refrigeranti si assicura il mantenimento delle condizioni di salubrità degli alimenti.
La Redazione
Il Magistrato di Sorveglianza accoglieva la richiesta presentata da un detenuto in regime differenziato ex art. 41-bisord. pen., volta ad ottenere l'acquisto a spese dell'Amministrazione penitenziaria di una borsa frigorifero rigida

precisazione

Secondo il tribunale, il sistema scelto dall'Amministrazione penitenziaria dava luogo ad una violazione del diritto alla sana alimentazione del detenuto. Infatti, la conservazione dei cibi nella cella all'interno di borse termiche, già in possesso dell'uomo, con l'utilizzo di tavolette refrigeranti, custodite nel frigorifero della sezione, garantiva la conservazione dei cibi per un periodo di tempo limitato, tenuto conto della durata di poche ore dell'azione refrigerante delle tavolette, sicché non vi era alcuna garanzia sul mantenimento della genuinità dei cibi nel tempo, assicurato invece dalle borse frigorifero rigide.

Presentato reclamo, il Tribunale di sorveglianza lo rigettava.

L'Amministrazione penitenziaria presenta così ricorso in Cassazione, contestando la conclusione secondo cui l'autorizzazione all'utilizzo di una borsa frigo rigida sarebbe soluzione idonea a garantire una diritto soggettivo del detenuto.
 
Con sentenza n. 50835 del 20 dicembre 2023, la Suprema Corte accoglie il ricorso.
 
Innanzitutto, in tema di differenziato ex 41-bis, «è legittimo il diniego opposto dall'amministrazione penitenziaria alla richiesta del detenuto di utilizzare il frigorifero della sezione di assegnazione per la conservazione di cibi freschi e congelati, in luogo delle borse termiche con tavolette refrigeranti, ammesse all'interno della cella, trattandosi di disposizione organizzativa che non lede il diritto alla sana alimentazione del detenuto».
 
Ciò detto, secondo il Collegio, la situazione decritta nel caso in esame non dà luogo ad una effettiva violazione del diritto in questione e, dunque, non giustifica l'intervento giurisdizionale a tutela. 
Se è vero che le mattonelle refrigeranti sono idonee alla funzione cui sono destinate per un tempo limitato, d'altro canto, con la sostituzione tempestiva con nuove mattonelle, si assicura il mantenimento delle condizioni di salubrità degli alimenti. 
Le ordinanze adottate hanno finito con l'imporre all'Istituto una modalità organizzativa diversa e ritenuta dai giudici del merito preferibile rispetto alla finalità di assicurare le condizioni di conservazione dei cibi. Ma in questo modo, senza affermare che la scelta organizzativa della direzione avesse violato il diritto di ciascun detenuto di mangiare cibi freschi, l'autorità giurisdizionale ha compiuto direttamente una diversa scelta organizzativa, invero riservata alla direzione dell'Istituto stesso, unica autorità in grado di dare una valutazione.
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