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22 gennaio 2024
Jobs Act: per la Corte costituzionale è legittima la disciplina dei licenziamenti collettivi

La Consulta ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale del D.Lgs. n. 23/2015, il quale, in attuazione della Legge di delega n. 183/2014 (cosiddetto Jobs Act), ha introdotto il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio.

La Redazione

La Consulta ha dichiarato non fondate le questioni di legittimità costituzionale del D.Lgs. n. 23/2015, il quale, in attuazione della Legge di delega n. 183/2014 (cosiddetto Jobs Act), ha introdotto il contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all'anzianità di servizio.

La Corte territoriale di Napoli aveva censurato, in particolare, la disciplina dei licenziamenti collettivi quanto alle conseguenze della violazione dei criteri di scelta dei lavoratori in esubero: era prevista una tutela indennitaria, compensativa del danno patito dal lavoratore, ma non più la tutela reintegratoria.
Quest'ultima era stata esclusa dalla Legge di delega per i “licenziamenti economici” di lavoratori assunti con contratti a tutele crescenti e limitata ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato.

La Consulta, considerando anche i lavori parlamentari e la finalità complessiva perseguita dal Jobs Act, ha ritenuto che il riferimento contenuto nella Legge di delega ai “licenziamenti economici” riguardasse sia quelli individuali per giustificato motivo oggettivo, sia quelli collettivi.
Pertanto, ha escluso la violazione dei criteri direttivi della legge di delega sostenuta dalla Corte d'Appello napoletana.

Parimenti, ha ritenuto non fondata anche la censura di violazione del principio di eguaglianza, comparando i lavoratori “anziani” (quelli assunti fino al 7 marzo 2015), che conservano la più favorevole disciplina precedente e quindi la reintegrazione nel posto di lavoro, e i lavoratori “giovani” (quelli assunti dopo tale data), ai quali si applica la nuova disciplina del Jobs Act. Secondo la Consulta, il Legislatore non era tenuto, sul piano costituzionale, a rendere applicabile questa nuova disciplina anche a chi era già in servizio.

Da ultimo, la Corte ha ritenuto non inadeguata la tutela indennitaria.

Nelle sue argomentazioni, la Consulta ha rivolto al Legislatore il seguente monito:
«la materia, frutto di interventi normativi stratificati, non può che essere rivista in termini complessivi, che investano sia i criteri distintivi tra i regimi applicabili ai diversi datori di lavoro, sia la funzione dissuasiva dei rimedi previsti per le disparate fattispecie».
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