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24 giugno 2024
Una generazione che rischia di implodere o di esplodere: ecco la relazione al Parlamento 2023 dell’AGIA

«È giunto il momento di smettere di ragionare e di agire come se i minorenni non esistessero»: così l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza alla presentazione della relazione al Parlamento 2023, dalla quale emergono non poche preoccupazioni per il futuro dei giovani.

di La Redazione

Molte le tematiche trattate dall'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, Carla Garlatti, in occasione della presentazione della Relazione al Parlamento 2023 (https://www.garanteinfanzia.org/relazioni-annuali), tenutasi il 20 giugno 2024, che riassume le attività, i progetti e le iniziative messe in campo nel corso dello scorso anno per tutelare i diritti dei più giovani.

Particolarmente interessante è la seconda parte della Relazione che raccoglie i temi affrontati dall'Autorità nel corso del 2023 e che qui si vanno molto brevemente a sintetizzare.

1. Protezione del minore in materia penale

L'Autorità ha posto l'accento sull'esigenza di introdurre una legge organica in grado di riunire in un unico testo tutte le norme vigenti in materia di violenza sui minori, dando una definizione univoca e precisa di violenza. Tra le disposizioni dovrebbe porsi particolare attenzione sull'introduzione di misure volte ad impedire che adulti con precedenti per abusi sessuali possano entrare in contatto con minori. Ecco perché si richiede l'obbligo di esibire il certificato del casellario giudiziale anche a chi presta attività a contatto con i minori in qualità di volontario in maniera continuativa. Ancora, l'Autorità ha avanzato alcune proposte per contrastare gli episodi di teen dating violence, suggerendo di intervenire sull'educazione all'affettività, sulla diffusione di centri antiviolenza ad hoc e sulla messa a disposizione di questionari di autovalutazione in grado di consentire ai minori di assumere consapevolezza sulla natura distorta del rapporto affettivo che si sta vivendo. 

2. Promozione di una nuova cultura del rispetto

Investire in attività scolastiche: l'Autorità ha insistito molto su questo punto sotto diversi profili che si accompagnano alla priorità di fornire una formazione adeguata agli insegnanti e a tutti i professionisti che entrano in contatto con i minori, in modo tale da riuscire a cogliere anche il minimo segno di disagio.
La mediazione scolastica può diventare inoltre uno strumento fondamentale per sviluppare la cultura della risoluzione pacifica dei conflitti, anche se ciò non basta perché è necessario altresì aiutare chi ha sbagliato a comprendere la portata del gesto compiuto e ad assumersene la responsabilità, e qui si passa al punto successivo.

3. Giustizia riparativa a misura di minore

Sul tema l'Autorità si è soffermata molto durante il 2023, prima ancora che fosse adottato il Decreto Caivano. Tra le proposte formulate vi sono l'estensione del ricorso ai programmi di giustizia riparativa agli autori di reato che non sono imputabili, l'incremento del numero di centri e di risorse, la diffusione della cultura della giustizia riparativa e il coinvolgimento delle famiglie nonché il ricorso agli strumenti di giustizia riparativa diversi dalla mediazione penale.

4. L'ascolto dei minori

L'Autorità ha posto l'accento su un dato di fatto molto significativo: l'esigenza dei minori di essere ascoltati, di essere presi in considerazione per ciò che fanno e dicono, e ciò emerge soprattutto all'interno delle relazioni familiari complesse o conflittuali. I lavori del 2023 si sono concentrati anche su tale aspetto, essendo stati condotti degli studi in materia, come quello finalizzato a verificare l'esistenza di linee guida diffuse a livello comunale o regionale e a comprendere se vi sia uniformità nelle modalità di erogazione del servizio.

5. MSNA

Si suggeriscono interventi anche con riferimento ai sistemi di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, considerato che il fenomeno migratorio non è più ormai solo emergenziale, bensì strutturale. In tal senso l'Autorità chiede che siano accelerate le procedure per i primi colloqui e che sia rispettato l'approccio multidisciplinare. Inoltre, particolare attenzione dovrà essere riposta sulla separazione con gli adulti minorenni.

6. Educare al digitale

Considerato l'enorme flusso informativo che coinvolge i minorenni e le fonti dai cui le informazioni provengono, sarebbe altresì necessario comprendere come utilizzare gli strumenti che i minori hanno a disposizione, primo tra tutti la rete. In tal senso sarebbe molto utile aiutare i minori a prendere consapevolezza degli strumenti culturali a loro disposizione per saper gestire al meglio il flusso informativo.

7. Attribuire più importanza alla mediazione familiare

L'Autorità dà atto della frammentarietà del panorama italiano in materia di mediazione familiare, come ad esempio il fatto che non esista ancora un albo nazionale, né un percorso di formazione unitario, e come ciò possa invece portare dei benefici importanti in un settore importante come la tutela dei minori.

8. Porre fine alle disuguaglianze territoriali

In tal senso, l'Autorità sottolinea che occorre anzitutto “mettere le mani” sui LEP riguardanti i diritti civili e sociali delle persone minorenni. Nella stessa direzione anche l'offerta formativa, che risente di serie differenze territoriali, principalmente tra Nord e Sud.

Questa la conclusione dell'Autorità:

attenzione

«In termini più generali, ritengo che sia necessario che l'intera società aderisca a un modello di sostenibilità intergenerazionale che poggi sulla considerazione che le scelte che si fanno oggi non devono rappresentare una compressione dei diritti per le generazioni che verranno domani.
Occorre, in sostanza, un cambiamento, culturale, sociale e politico – in senso alto – che permetta di abbattere il diaframma che separa la dimensione adulta da quella minorile: bambini e ragazzi devono essere considerati tra i destinatari diretti delle decisioni e delle scelte politiche
».

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