I commi da 980 a 984 (dell'art. 1 della Legge di bilancio 2022) – introdotti dal Senato – prevedono il
divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di visoni, volpi, cani procione e cincillà e di animali di qualsiasi specie utilizzati per ricavarne pelliccia e istituiscono un Fondo, con una dotazione di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, volto a indennizzare gli allevamenti di animali da pelliccia.
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Nello specifico, il comma 980, stabilisce il divieto di allevamento, riproduzione in cattività e uccisione di:
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visoni (Mustela viso e Neovison vison);
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volpi (Vulpes vulpes, Vulpes Lagopus o Alopex Lagopus);
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cani procione (Nyctereutes procyonoides);
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cincillà (Chincilla laniger) e, più in generale, di animali di qualsiasi specie allevati al fine di ricavarne pelliccia.
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Il comma 981 prevede che, in deroga al divieto di cui al comma precedente, gli allevamenti autorizzati alla data di entrata in vigore del presente disegno di legge possono continuare a detenere gli animali presenti nelle strutture per il periodo necessario alla loro dismissione non oltre, però, il termine del 30 giugno 2022, fermo restando quanto previsto, dall'ordinanza del 21 novembre 2020 del Ministro della salute, recante “Norme sanitarie in materia di infezione da SARS CoV-2 (agente eziologico del Covid-19) nei visoni d'allevamento e attività di sorveglianza sul territorio nazionale” e successive disposizioni dello stesso Ministro della salute in materia di diffusione di zoonosi (ossia di malattie che si trasmettono, direttamente o indirettamente, dagli animali all'uomo).
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Con la sopra citata ordinanza del 21 novembre 2020 il Ministro della Salute ha disposto la sospensione delle attività degli allevamenti di visoni su tutto il territorio italiano fino alla fine del mese di febbraio 2021, anche a seguito della decisione della Danimarca, il principale paese europeo di esportazione delle pellicce, di abbattere tutti i visoni sul suo territorio nazionale in seguito al ritrovamento di alcune varianti di Sars-CoV-2 mutate che sarebbero passate dall'animale all'uomo. Successivamente, con ordinanza del 25 febbraio 2021 del Ministro della salute, le disposizioni contenute nella richiamata ordinanza del 21 novembre 2020 sono state prorogate fino al 31 dicembre 2021.
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Il comma 982 istituisce, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, un Fondo, con una dotazione di 3 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, volto a indennizzare gli allevamenti di animali da pelliccia che, alla data di entrata in vigore del disegno di legge in esame, dispongano ancora di un codice di attività (anche qualora non detengano animali). Al riguardo, si osserva, che il codice di attività cui fa riferimento la richiamata disposizione sembra essere quello relativo al relativo codice Ateco, ossia al codice 01.49.20, denominato “Allevamento di animali da pelliccia”.
Il comma 983 demanda ad un decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali - da adottarsi, di concerto con il Ministro della salute, il Ministro della transizione ecologica e sentite le Regioni e le Province Autonome di Trento e di Bolzano, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente disegno di legge - il compito di individuare i criteri e le modalità di erogazione dell'indennizzo di cui al comma 3.
Infine, il comma 984 prevede che il decreto interministeriale di cui al comma 983, disciplini anche
l'eventuale cessione di animali e detenzione ai sensi di quanto previsto dal
decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 146, recante “Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti” e delle misure indicate dal Ministro della salute ai fini della prevenzione della diffusione di zoonosi.
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Da quanto appreso dagli organi di stampa, con questa decisione, l'Italia si mette in linea ad altri Paesi Europei, mentre la California ha dichiarato di voler diventare fur-free a partire dal 2023. Si tratta di una tendenza sempre più condivisa anche nell'industria della moda: a settembre Kering ha annunciato di voler eliminare le pellicce naturali dai prodotti di tutti i suoi marchi, con il presidente che ha giustificato la decisione come un adattamento a una nuova sensibilità verso gli animali. Hanno ribadito il loro ‘no' alle pellicce, negli ultimi tempi negli ultimi anni prestigiosi brand come Giorgio Armani, Burberry, Prada e Michael Kors ed altri ne seguiranno nei prossimi mesi.
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