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13 aprile 2022
Semaforo rosso del Garante Privacy sul referendum online

Troppe le criticità emerse dall'esame del DPCM che fissa le regole della piattaforma per la raccolta delle firme. L'Autorità chiede maggiori garanzie in tema di trattamento dei dati personali.

La Redazione
Una profonda revisione delle regole per garantire una maggiore tutela dei diritti e delle libertà fondamentali del cittadino.
 
È questo il responso del Garante Privacy reso con il Parere sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro della giustizia, in tema di disciplina della piattaforma per la raccolta delle firme degli elettori necessarie per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione - 24 marzo 2022.
 
L'Autorità ha rilevato che la piattaforma per la raccolta delle firme è un'infrastruttura complessa, composta da un'area pubblica e da una privata, a cui possono accedere il personale dell'ufficio centrale per il referendum presso la Cassazione, i promotori e i cittadini che intendono firmare le proposte. Secondo la Costituzione e la Legge sul referendum il trattamento dei dati dei sottoscrittori spetta ad alcuni soggetti (ad esempio i promotori o i partiti politici) ai quali l'ordinamento conferisce funzioni costituzionalmente garantite.
 
Il D.P.C.M. prevede invece l'intervento di ulteriori soggetti quale il gestore della piattaforma, ossia una persona giuridica scelta dalla Presidenza del Consiglio, e ad ora non individuata, a cui demandare l'intero sviluppo tecnologico dell'infrastruttura, i cui profili tecnici saranno contenuti in un manuale operativo che non verrà esaminato dal Garante e dal Ministero della Giustizia. E proprio tale rinvio risulta incompatibile con la lettera e lo spirito della legge perché non offre adeguate garanzie di protezione dei dati personali riguardo a profili essenziali del funzionamento della piattaforma, posto che i dati dei sottoscrittori di una proposta di referendum rientrano nell'ambito delle particolari categorie di informazioni per le quali il Regolamento europeo prevede rigorose tutele in tema di riservatezza.
 
Tenuto conto di tutti questi profili critici, il Garante non ha potuto rendere parere favorevole ma ha indicato al Ministero per l'innovazione tecnologica le migliorie da apportare all'infrastruttura, con lo scopo di scongiurare il rischio che si verifichino trattamenti non conformi di dati.
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