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6 aprile 2023
Gender pay gap: pronta la direttiva del Parlamento UE

Fine del segreto salariale, trasparenza retributiva, sanzioni più efficaci e obbligo di intervento delle aziende il cui divario retributivo di genere supera il 5%: queste sono solo alcune delle misure contenute nella nuova legislazione europea per contrastare il divario retributivo tra i generi.

di La Redazione

L'art. 157 TFUE racchiude il principio della parità di retribuzione. Peccato, però, che in tutta l'Unione europea persista ancora oggi il divario retributivo di genere, attestandosi intorno al 13% con differenze notevoli tra gli Stati membri.
Ecco perché il Parlamento europeo si è mosso per adottare una direttiva sul c.d. gender pay gap, introducendo misure vincolanti sulla trasparenza retributiva.
Le nuove regole sono state approvate in via definitiva dal Parlamento UE con ben 427 voti a favore, 79 contrari e 76 astenuti e puntano, nello specifico, ai seguenti obiettivi:

esempio

  • Le strutture retributive dovranno basarsi su criteri neutralirispetto al genere, tanto nel settore privato, quanto nel settore pubblico;
  • Saranno introdotti sistemi di valutazione o classificazione professionale neutridal punto di vista del genere, così come gli avvisi di posti vacanti e le denominazioni delle posizioni lavorative. Allo stesso modo, i processi di assunzione dovranno essere condotti in termini non discriminatori;
  • Obbligo di intervento delle aziende con un divario retributivo di genere al di sopra del 5%: in tal caso, i datori di lavoro saranno chiamati ad effettuare una valutazione delle retribuzioni in cooperazione con i rappresentanti dei dipendenti;
  • Sanzioni dissuasive, anche pecuniarie, per chi non rispetta le regole: una lavoratrice o un lavoratore che abbia subito un danno causato dalla violazione di tali norme avrà dunque diritto a chiedere un risarcimento;
  • Il segreto salariale sarà vietato: lavoratori e loro rappresentanti avranno infatti il diritto di ricevere informazioni chiare sui livelli retributivi individuali e medi, suddivisi per genere. Non saranno ammesse clausole contrattuali volte a ostacolare i lavoratori nella divulgazione di informazioni sulla loro retribuzione o nella richiesta di informazioni circa la stessa o quella di altre categorie di lavoratori;
  • Per le questioni relative alla retribuzione, l'onere della prova passerà in capo al datore di lavoro, al quale toccherà dimostrare che non ci sia stata alcuna discriminazione di genere.


attenzione

Con comunicato stampa del 24 aprile 2023, il Consiglio dell'UE ha reso nota l'adozione delle nuove norme per combattere la discriminazione retributiva e contribuire a colmare il divario retributivo di genere dell'Unione europea.
La direttiva entrerà in vigore alla pubblicazione della stessa nella Gazzetta Ufficiale dell'UE e successivamente gli Stati membri avranno a disposizione tre anni per recepirla. Trascorsi due anni dal recepimento, poi, l'obbligo di comunicazione delle informazioni sulle retribuzioni in base al genere ogni tre anni sarà esteso anche in capo alle imprese con più di 100 dipendenti.

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