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24 luglio 2023
Manovra stipendi Juve: 16 mesi di inibizione e 60mila euro di ammenda per l'ex presidente
Questa la sanzione inflitta dal Tribunale Federale Nazionale FIGC all'ex presidente bianconero, la cui posizione era stata stralciata nel corso dell'udienza del 30 maggio scorso.
di La Redazione
Sedici mesi di inibizione e 60mila euro di ammenda. Questa l'entità della sanzione comminata dal Tribunale Federale FIGC, con la decisione n. 11 del 20 luglio 2023, all'ex presidente della Juventus, Andrea Agnelli, la cui posizione era stata stralciata nel corso della Camera di consiglio del 30 maggio 2023.
 
Nel merito, il Collegio ritiene provata con ragionevole certezza la responsabilità del deferito, in riferimento ai capi di incolpazione:
  1. violazione dell'art. 4, comma 1, del CGS, per avere nella stagione sportiva 2019-2020 depositato presso la Lega Nazionale Professionisti Serie A gli accordi di riduzione di 4 mensilità stipendiali (marzo, aprile, maggio e giugno 2020) di 21 calciatori e dell'allenatore e di avere omesso, nel contempo, di depositare gli accordi economici di integrazione ovvero di recupero di tre delle quattro mensilità rinunciate (aprile, maggio, giugno 2020) già conclusi con i medesimi calciatori e con l'allenatore, nella consapevolezza, sia che la riduzione stipendiale avrebbe dovuto riguardare soltanto una mensilità, sia che gli accordi economici contenenti le integrazioni stipendiali per il recupero delle tre mensilità rinunciate sarebbero stati depositati dopo il 30.6.2020, ovvero dopo la chiusura dell'esercizio contabile al 30.06.2020, come poi effettivamente accaduto.
  2. violazione dell'art. 4, comma 1, del CGS, per avere nella stagione sportiva 2020-2021 depositato presso la Lega Nazionale Professionisti Serie A accordi di riduzione stipendiale di importi sostanzialmente pari a 4 mensilità (marzo, aprile, maggio e giugno 2020) di 17 calciatori nella consapevolezza che non vi sarebbe stata alcuna riduzione stipendiale effettiva, in quanto i medesimi importi sarebbero stati riconosciuti agli stessi calciatori attraverso scritture private non riportate su moduli federali (le c.d. side letter). 
 
Quanto alla manovra stipendi 2019-2020, consistita nella postergazione delle mensilità di stipendio dei calciatori di aprile, costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l'appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro, cosicché non può dubitarsi della contrarietà di detto modus operandi al principio contabile di competenza economica e, conseguentemente, anche della violazione del principio di par condicio con le altre società della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario. 
 
Considerazioni analoghe valgono in relazione alla manovra stipendi 2020-2021. Anche in questo caso, fine precipuo dell'azione è stato postergare agli esercizi successivi parte degli emolumenti previsti per detta stagione sportiva, in violazione del principio contabile di competenza economica e di quello di par condicio con le altre società calcistiche.
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