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17 gennaio 2024
Minorata difesa: l’aggravante sarà contestata alla Ferragni per lo scandalo dei pandori Balocco?
Nei casi di truffa online, può scattare l'aggravante della minorata difesa in quanto la distanza tra il luogo dell'acquirente e quello del truffatore determina una posizione contrattuale più favorevole per quest'ultimo.
La Redazione
Nell'ipotesi di truffa online, sussiste l'aggravante della minorata difesa, con riferimento alle circostanze di luogo note all'autore del reato e delle quali egli abbia approfittato ex art. 61, n. 5, c.p., in quanto la distanza tra il luogo dell'acquirente e quello dell'agente determina una posizione contrattuale di maggior favore per quest'ultimo. Le condizioni della minorata difesa vanno dunque individuate nella "costante" distanza tra alienante ed acquirente nel corso della trattativa, che si svolge senza un contatto diretto tra gli interlocutori, essendo così possibile vendere ed acquistare anche sotto mentite spoglie
 
Viceversa, quando la trattativa inizia con l'ostensione di un bene su una piattaforma telematica, ma poi si sviluppa attraverso contatti telefonici o messaggi istantanei o incontri in presenza, non può dirsi che uno dei contraenti versi necessariamente in una condizione di particolare vulnerabilità; questi ultimi, infatti, risultano esposti alle normali azioni fraudolente, non necessariamente agevolate dalla condizione sfavorevole in cui è posta la vittima di truffe contrattuali online.
 
È quanto ha precisato la Suprema Corte con la sentenza n. 1896 del 16 gennaio, con cui è stato respinto il ricorso presentato da un uomo condannato nel merito per truffa online, commessa tramite la nota piattaforma subito.it, aggravata dalla minorata difesa. 
 
Un caso simile, anche se non prettamente attinente a quello di specie, in quanto assente la componente della “vendita online”, è recentemente salito agli onori della cronaca: il caso Ferragni-Balocco.
 
La nota influencer è sotto l'occhio del ciclone per aver, in combutta con la Balocco, promosso nel 2022 un'iniziativa commerciale che prevedeva la pubblicazione e la messa in vendita del “Pandoro Pink Christmas”, lasciando intendere ai consumatori che, comprandolo, avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino per acquistare un nuovo macchinario per le cure terapeutiche dei bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing; donazione mai avvenuta.
 
Sullo scandalo si è già espressa l'AGCM, che ha multato le società riconducibili alla Ferragni e la Balocco per pratica commerciale scorretta. Recentemente è stata anche aperta un'inchiesta per truffa.
 
Verrà accertata la commissione del reato? Se sì, scatterà l'aggravante della minorata difesa?
Parola a giudici ed inquirenti.
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