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27 maggio 2024
Progetto di vita e modello DAMA negli ospedali: verso un nuovo paradigma della persona con disabilità

Individuate le prime 9 Province ove verrà sperimentato il Progetto di vita previsto dal recentissimo D. Lgs. n. 62/2024 che chiude la riforma della disabilità. Intanto, continua con successo la sperimentazione del modello DAMA in tutto il territorio italiano.

di La Redazione

Sono 9 le Province italiane che faranno da capofila a partire dal 2025 per la sperimentazione del nuovo sistema previsto dalla riforma della disabilità:

  • Brescia;
  • Catanzaro;
  • Firenze;
  • Forlì;
  • Frosinone;
  • Perugia;
  • Salerno;
  • Sassari;
  • Trieste;

Le Province sono state individuate in accordo con il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro e sperimenteranno il nuovo sistema di accertamento dell'invalidità civile, introducendo il Progetto di vita, come disciplinato dal D. Lgs. n. 62/2024.
Soddisfatta, la Ministra per le disabilità Alessandra Locatelli commenta così:

citazione

«L'anima di questa norma risiede nel superamento delle prestazioni, oggi estremamente frammentate tra sanità e sociale, e nella garanzia che ogni persona con disabilità possa essere protagonista della propria vitaattraverso il Progetto di vita personalizzato e partecipato, a partire dai propri desideri e rispondendo ai suoi bisogni, proprio come previsto dalla Convenzione Onu».

Oggi, peraltro si è tenuto alla Camera il Convegno “Progetto di vita e presa in carico della persona nel contesto di cura ospedaliera: modello DAMA e territorio (primo incontro – Roma)” promosso proprio dalla Ministra Locatelli in collaborazione con il Professore Filippo Ghelma, durante il quale sono state presentate le esperienze del modello DAMA (acronimo di Disabled Advanced Medical Assistance) adottate sul territorio nazionale attraverso alcune testimonianze.

Il modello DAMA nasce nel 2000 a Milano presso l'ospedale San Paolo ed ha permesso di sperimentare, perfezionare e diffondere un modello di accoglienza e assistenza medica per persone affette da gravi disabilità con un approccio multidisciplinare calibrato sul singolo paziente e senza dimenticarsi di supportare le famiglie nei rapporti con la struttura ospedaliera. Parola d'ordine: individualizzazione, cioè personalizzazione del percorso per ogni singolo paziente mediante una gestione flessibile delle risorse ospedaliere, promuovendo un intervento coordinato e ponendo al centro i desideri e le scelte del protagonista del percorso. Tutto ciò è reso possibile solo grazie ad una formazione specifica ad una èquipe dedicata, in grado di creare percorsi personalizzati.
Il modello DAMA si è diffuso nel tempo in tutto il territorio italiano nell'ambito delle strutture ospedaliere, adattandosi alle diverse realtà regionali.

Come ha ricordato la Ministra Locatelli, il modello DAMA è pienamente coerente con la finalità della nuova riforma che promuove il Progetto di vita ponendo al centro la persona, e non il malato, e puntando alla collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti, passando da un sistema che poneva al centro l'aspetto più di natura assistenziale ad uno che valorizza la persona con disabilità, estendendosi al profilo lavorativo e formativo, per raggiungere un nuovo paradigma nella cura della persona.

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