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14 giugno 2024
La stilista Elisabetta Franchi condannata per discriminazione
Il Tribunale ha condannato la società di Elisabetta Franchi a risarcire l'Associazione Nazionale Lotta alle Discriminazioni per il carattere discriminatorio delle frasi pronunciate durante l'evento “Donna e moda”.
di La Redazione
Gli eventi della discriminazione
Durante l'evento del 4 maggio 2022 “Donne e Moda” a Milano, la famosa stilista Elisabetta Franchi aveva affermato frasi reputate discriminatorie. In particolare, a suscitare le reazioni più dure sono state le rivelazioni di puntare, per ricoprire le posizioni “importanti” della società, su uomini o altrimenti, su donne solo sopra i quaranta anni, perché (queste) «se dovevano sposarsi, si sono già sposate, se dovevano far figli, li hanno già fatti, se dovevano separarsi hanno fatto anche quello e quindi diciamo che io le prendo che hanno fatto tutti i quattro giri di boa, quindi sono lì belle tranquille con me a mio fianco e lavorano h24, questo è importante».
Le critiche alle affermazioni della stilista
Ne seguì un vespaio di portata nazionale, con l'imprenditrice costretta a giustificarsi assicurando che nella sua azienda le donne non vengono discriminate. A seguito dell'evento, l'Ispettorato del Lavoro e la Consigliera regionale di parità aprirono un procedimento di verifica per l'ipotesi di discriminazione collettiva, richiedendo all'azienda i “rapporti biennali” sulla parità di genere (art. 46 del D.Lgs. n. 198/2006). A seguire dei citati eventi, il ricorso da parte della Associazione Nazionale Lotta alle Discriminazioni.
La condanna del Tribunale
Con dispositivo di sentenza (4 giugno 2024 n. 395), il Tribunale di Busto Arsizio ha attribuito “un carattere discriminatorio” alle parole pronunciate dalla stilista. Per queste ragioni, il Giudice del Lavoro ha condannato la società della stilista:
Risarcimento del danno corrispondere all'associazione ricorrente, a titolo di risarcimento, una somma stabilita in via equitativa in 5 mila euro, oltre interessi legali, da oggi all'effettivo pagamento;
Pubblicazione del provvedimento pubblicazione, a proprie spese, entro 30 giorni, del dispositivo della sentenza su un quotidiano nazionale a sua scelta;
Piano aziendale contro la discriminazione promuovere, sentita l'associazione ricorrente, un consapevole abbandono dei pregiudizi di età, genere, carichi e impegni familiari nelle fasi di selezione del personale per le posizioni di vertice con adozione, entro 6 mesi, di un piano di formazione aziendale sulle politiche discriminatorie che preveda la realizzazione di corsi annuali, con l'intervento di esperti, ai quali siano chiamati a partecipare, obbligatoriamente, tutti i dipendenti;
Indennizzo per inadempimento pagamento di una somma di euro 100,00, in favore dell'associazione ricorrente, per ogni giorno di ritardo nell'attuazione di tali provvedimenti;
Condanna alle spese rimborso spese di lite sostenute dall'associazione ricorrente in 3.500,00 euro.
Si attende di conoscere le motivazioni che saranno depositate entro sessanta giorni dalla pubblicazione del seguente dispositivo.
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