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24 giugno 2024
Concessioni balneari nella Regione Sicilia: illegittima la proroga del termine per presentare rinnovo
La Consulta dichiara l'illegittimità costituzionale della proroga del termine per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni balneari della Regione Sicilia perché viola la Direttiva Bolkestein.
di La Redazione
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 109 del 24 giugno 2024, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale delle norme di cui all'art. 36 della Legge della Regione Sicilia n. 2 del 2023. 

In particolare, tali norme prevedevano la proroga del termine per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni balneari a scopo turistico-ricreativo al 30 aprile 2023, nonché la proroga alla stessa data del termine per la conferma, in forma telematica, dell'interesse alla utilizzazione del demanio marittimo.  
 
La questione era stata promossa dal Governo alla Corte costituzionale, che rimproverava al legislatore siciliano di aver ecceduto dalle competenze violando la direttiva Bolkestein, nota anche come “direttiva servizi”, che impone agli Stati membri dell'UE, con efficacia diretta, di mettere a gara le concessioni demaniali in scadenza, vietando il ricorso alle proroghe automatiche ex lege
Il differimento al 30 aprile 2023 del termine di cui si tratta, secondo l'esecutivo, «corrobora la proroga delle concessioni demaniali marittime fino al 31 dicembre 2033», nonostante la Legge statale n. 118/2022 avesse abrogato la proroga fino a quella data. 
 
La Consulta ha sottolineato che le norme siciliane impugnate perpetuano, limitatamente al territorio della Regione Siciliana, il sistema delle proroghe automatiche delle concessioni, più volte giudicato illegittimo dalla CGUE e oggetto di disapplicazione da parte della giurisprudenza amministrativa.
La Corte ha infatti precisato che le norme in questione si pongono in contrasto con l'art. 12 della direttiva Bolkestein, e quindi con l'art. 117, c. 1, Cost..
Nell'evidenziare che il differimento dei termini previsto nelle norme impugnate dal Governo non si riferisce alla vera e propria proroga delle concessioni demaniali fino al 2033, che trova origine nella Legge regionale n. 24/2019, ma solo alla presentazione delle domande di proroga, la Corte ha rilevato che la rinnovazione anche della possibilità di presentazione delle domande «finisce con l'incidere sul regime di durata dei rapporti in corso, perpetuandone il mantenimento e quindi rafforza, in  contrasto con i principi del diritto UE sulla concorrenza, la barriera in entrata per nuovi operatori economici potenzialmente interessati alla utilizzazione, a fini imprenditoriali, delle aree del demanio marittimo»
 

precisazione

Pertanto, è quindi costituzionalmente illegittima la proroga del termine per la presentazione delle domande di rinnovo delle concessioni balneari della Regione Sicilia.

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